Giornata mondiale del parlamentarismo
30.06.2023
La Giornata mondiale del parlamentarismo è stata istituita recentemente, ovvero il 22 maggio del 2018. Non è un caso che sia nata in un momento di crisi della democrazia parlamentare, nonché di sfiducia delle persone nelle istituzioni politiche e nella rappresentanza.
Perché il Parlamento è importante
Riflettere su genesi, ruolo e funzione del Parlamento ci aiuta a comprendere quanto sia stato lungo, duro e sicuramente ancora incompleto il cammino verso la libertà e la democrazia.
Premesso che ogni Paese ha la sua architettura istituzionale, potremmo comunque definire il Parlamento come una sorta di “istituzione di mezzo” tra Stato e società civile. Un’assemblea organizzata secondo un principio oggi egualitario e non per ceto, i cui rappresentanti sono eletti generalmente a suffragio universale. Il luogo della libertà di parola dei rappresentanti che agiscono (secondo la nostra Costituzione) senza alcun vincolo di mandato; della trasparenza delle scelte politiche come della denuncia. Ma anche il posto deputato alla mediazione tra interessi contrapposti.
Alcuni cenni storici sul parlamentarismo
Quando parliamo di parlamento e parlamentarismo in senso moderno, facciamo riferimento a fenomeni politici che hanno avuto uno sviluppo storico compreso nel periodo di tempo che va dalla Rivoluzione francese fino ad arrivare ai giorni nostri.
Nei secoli precedenti, comunque, non sono mancati in molto Paesi europei istituzioni politiche chiamate “parlamenti” o, usando locuzioni diverse a seconda delle nazioni, Stati Generali, Cortes o Stamenti.
Ovviamente, tra “parlamenti” medioevali e moderni ci sono differenze abissali. Tanto per cominciare i primi esercitavano la loro funzione in chiave “conservativa”, volta principalmente alla difesa dei privilegi vigenti. Il parlamento moderno, invece, svolge la sua funzione in un’ottica totalmente differente e socialmente innovativa, dinamica e non di rado progressiva.
Comunque, il sistema statuale feudale creerà alcuni presupposti importanti per lo sviluppo delle istituzioni parlamentari moderne. Tra questi c’è sicuramento il decentramento dell’autorità, ovvero la creazione di istituzioni che tenteranno di controbilanciare il potere regio, esercitando anche un controllo sull’impiego delle risorse da parte del sovrano.
Dallo Stato assoluto alla Rivoluzione Francese
Nella storia, ogni ordinamento costituzionale è sempre il frutto della prevalenza assoluta di determinate forze politiche e sociali o di un certo equilibrio tra esse in un determinato momento storico. A ragione di ciò, tra il ‘500 e il ‘600, lo Stato monarchico si riorganizza, sradicando tutto ciò che era nato nel Medioevo a livello istituzionale.
Tra il 1642 e il 1661, con la “Gloriosa rivoluzione”, sarà l’Inghilterra il Paese dove per la prima volta il Parlamento uscirà vittorioso contro il potere del re. E questo sarà anche il momento in cui le istituzioni parlamentari inizieranno a rinascere in molte parti d’Europa.
Nello sviluppo del parlamentarismo, un ruolo importante lo avrà anche il parlamento americano, che sarà impiantato in un sistema che nulla aveva conosciuto della tradizione medioevale, presentando caratteri nuovi, come l’abolizione della partizione per ceti e l’estensione della base del suffragio.
Il mutamento radicale arriverà con la Rivoluzione francese. Non a caso, l’Ottocento sarà un periodo ricordato come il “secolo d’oro del parlamentarismo” in Europa. Non solo in Francia (escludendo i periodi imperiali) ma anche in Belgio, Inghilterra, Italia, Olanda, il parlamento diventa il centro nevralgico del dibattito politica. La monarchia costituzionale cederà il passo al regime parlamentare. Con la conseguenza, il governo non sarà più responsabile di fronte al sovrano ma al parlamento.
Crisi del parlamentarismo e della democrazia
Nel corso dei secoli, il parlamentarismo è stato messo spesso sotto accusa e fortemente criticato. Per quanto riguarda il nostro Paese, citiamo per brevità il periodo di fine ‘800, in cui a far da apripista alla critica non furono i giuristi. Scipio Sighele, per esempio, era uno psicologo e sociologo. Scrisse un libro intitolato Contro il parlamentarismo (1895) in cui si sostiene che l’errore strutturale del parlamento consiste nel fatto che l’aggregazione collettiva paralizzerebbe l’espressione della genialità individuale (sic!).
Poi, arrivò la critica al parlamentarismo del fascismo, con le conseguenze che ben conosciamo.
Ora questa critica si è in qualche modo di nuovo fatta strada in vasti strati dell’opinione pubblica, pur se con caratteristiche mutante nel tempo, dove un ruolo importante lo giocano da un lato l’indebolimento dei corpi intermedi, così come gli abbiamo conosciuti nel Novecento; dall’altro, le forme esasperate della comunicazione attraverso i social network, che tendono a costruire un’idea di democrazia immediata.
Ovviamente, in un contesto simile il parlamento, che da sempre rappresenta lo strumento di mediazione tra la società civile e lo Stato, può essere sminuito e criticato nella sua funzione, soprattutto in tempi di disintermediazione imperante.
Un danno che la società democratica non può permettersi.
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L'Appunto
di Pierpaolo Bombardieri

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