Ghiacciai: l’inizio di una fine
09.09.2023
Il 2100 è un anno al momento insignificante per molti, ma non per tutti.
Si presume, infatti, che entro tale data, più di un terzo dei ghiacciai del mondo che ancora restano attivi si scioglierà. I ghiacci definiti perenni rappresentano un serbatoio idrico di inestimabile valore per molte popolazioni (ad esempio, in Asia forniscono acqua a più di 1,3 miliardi di abitanti) e hanno una funzione di copertura protettiva sulla Terra e sugli Oceani (grazie al loro effetto riflettente, disperdono il calore in eccesso nello spazio e mantengono il pianeta più fresco). Sono presenti su tutti i continenti, fatta eccezione per quello Australiano, e hanno età diverse. Queste differenze consentono di stabilire i cambiamenti dell’ecosistema nel corso del tempo, permettendo di comprendere cosa è accaduto a livello climatico e, di conseguenza, consentire la ricerca di contromisure efficaci per la preservazione nel futuro dei ghiacciai stessi.
Allo stato attuale, circa il 10% della superficie terrestre è ricoperta da ghiaccio glaciale. Quasi il 90% di esso si trova in Antartide, mentre il restante 10% è concentrato nella calotta glaciale della Groenlandia.
Le cause dello scioglimento dei ghiacciai
La causa principale di scioglimento dei ghiacciai è da ricondurre all’attività umana; infatti, le emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra hanno contribuito, nel tempo, all’innalzamento delle temperature, provocando un repentino scioglimento di tali masse.
Secondo quanto riportato dal WWF, anche se riducessimo significativamente le emissioni nei prossimi decenni, più di un terzo dei ghiacciai rimanenti del mondo si scioglierà prima del 2100. A proposito di ghiaccio marino, invece, il 95% del più antico e spesso dell’Artico è già scomparso. Gli scienziati prevedono che, se le emissioni continueranno ad aumentare in modo incontrollato, l’Artico potrebbe essere libero dai ghiacci in estate già nel 2040, poiché le temperature dell’oceano e dell’aria continuano ad incrementarsi rapidamente.
L’innalzamento del livello degli oceani e il deflusso dei fiumi
Il loro rapido scioglimento in Antartide e in Groenlandia influenza le correnti oceaniche, poiché enormi quantità di acqua molto fredda, derivante dallo scioglimento dei ghiacciai che entra nelle acque oceaniche più calde, le stanno gradualmente rallentando. Tutto questo contribuisce anche a un graduale ma inevitabile innalzamento del livello degli oceani, innalzatisi di circa 23 cm dal 1880, di cui 7,5 cm negli ultimi 25 anni. Si stima inoltre che, per gli stessi motivi, il livello del mare stia aumentando di circa 3,2 mm ogni anno.
La perdita dei ghiacciai può influenzare, inoltre, il deflusso dei fiumi, e quindi le risorse di acqua dolce a disposizione delle comunità umane, non solo vicino al ghiacciaio stesso, ma anche lontano dalle aree montane, portando a problemi relativi all’approvvigionamento idrico. Infatti, mentre il ghiaccio si scioglie, più acqua tenderà a scorrere a valle; tuttavia, man mano che la massa congelata si restringe, le fattorie, i villaggi e le città potrebbero perdere una preziosa fonte d’acqua. A ciò si aggiunge il fatto che il declino dei ghiacciai può modificare i tempi dell’anno e del giorno in cui è disponibile la maggior parte dell’acqua nei fiumi che la raccolgono dai ghiacciai.
La proliferazione dei virus
Un’ulteriore conseguenza è quella della proliferazione dei virus. Uno studio condotto da un’équipe di ricerca dell’University of Ottawa ha messo in luce l’aumento del rischio di spillover virale (processo naturale per cui un patogeno degli animali evolve e diventa in grado di infettare, riprodursi e trasmettersi all’interno della specie umana) con il cambiamento climatico nei sedimenti dei laghi dell’Alto Artico.
Tali cambiamenti si sono verificati anche nel nostro Paese: la superficie del ghiacciaio dell’Adamello, il più vasto e profondo delle Alpi, si è ridotta di 2,6 chilometri quadrati in appena 15 anni, tra il 2007 e il 2022, arrivando a misurarne 13,1 complessivi; mentre quello di Dosdè Est, dal 1932, si è ritirato di oltre 1 km, di cui circa 650 metri solo dagli anni Ottanta ad oggi, con una riduzione anche del 47% della sua superficie negli ultimi 30 anni, passando da 112 ettari del 1991 agli attuali 60 ettari circa.
Servono azioni concrete
Circa l’importanza del bene acqua, evitando ogni forma di retorica, come UIL vogliamo ribadire quanto sia fondamentale promuovere buone pratiche per la sua conservazione e azioni politiche mirate, affinché essa venga tutelata e garantita. Riteniamo che l’accesso all’acqua, insieme alla salute umana, sia un diritto fondamentale e, non a caso, la nostra Organizzazione Sindacale sostiene da tempo la necessità di attuare politiche concrete per creare sistemi idrici sostenibili con investimenti strutturali, indirizzati alla sua manutenzione, depurazione, riciclo e al sostegno di nuove tecnologie, creando al contempo lavoro di qualità.
È per tutte queste ragioni che vogliamo ribadire anche l’importanza del dare priorità agli investimenti che accelerano e favoriscono la transizione ecologica, l’azione per il clima e la tutela dell’ambiente. Riteniamo che il passaggio verso un modello di Sviluppo Sostenibile sia la sola strada capace di tutelare l’ecosistema comune e raggiungere la piena occupazione.
Bisogna diffondere e fare nostro il messaggio che gli scienziati ci ricordano ormai da tempo circa gli effetti distruttivi del cambiamento climatico. E a questo devono accompagnarsi azioni concrete e condivise, quali: un uso equo ed economico della risorsa idrica, unito alla redazione di seri piani di programmazione. Così come un rafforzamento della sinergia fra scienza, politica e società civile, indispensabile per determinare nuove forme di gestione capaci di produrre strategie innovative e misure di adattamento. Infine, l’introduzione di buone pratiche e di percorsi di pianificazione partecipata che sfocino, finalmente, in una forma di “governance integrata” dei territori, che sia in grado di tenere insieme e di bilanciare le risorse e i rischi che li contraddistinguono.
Dipartimento Ambiente UIL
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