Genitori e figli: come è cambiata la genitorialità?
19.03.2023
Il 19 marzo è il giorno della morte di San Giuseppe, padre putativo di Gesù: data scelta, nei Paesi a maggioranza cattolica, per celebrare la figura genitoriale del papà. Andando oltre l’aspetto religioso, questa giornata ha ormai una componente culturale e sociale differente e con ogni probabilità rappresenta una festività sentita a prescindere dal credo.
Si, perché la riflessione da porre in questione è di quanto la genitorialità stia cambiando o probabilmente sia già cambiata nelle ultime generazioni di genitori e, allo stesso tempo, di quanto il rapporto con i propri genitori sia cambiando per i figli stessi.
Un ragionamento di questo tipo non può ignorare una valutazione correlata alle pari opportunità, e alle più che legittime battaglie per il riconoscimento di un ruolo femminile che non sia fine alla maternità e nient’altro.
Ruolo che, solo all’inizio di questo secolo, era ancora più saldo alla tradizione di una figura legata in prima battuta alla genitorialità e devota a mansioni specifiche domestiche, spesso impossibilitata ad una prospettiva di carriera o di qualsiasi altra ambizione.
Basta spesso fare una chiacchierata con i nostri nonni per renderci conto delle differenze di prospettive e le differenze di genere di solo qualche decennio fa.
Parallelamente a tutto ciò, il papà ha recuperato o probabilmente “appreso” un ruolo paritario anche nell’ambito della genitorialità. Il tema è sicuramente complesso e non poco articolato, ma non possiamo negare che è la sintesi dell’evoluzione sociale, culturale e politica di un paese.
Essere genitori oggi, e ancor prima diventarlo o volerlo diventare, sono dinamiche che racchiudono molteplici aspetti già molto differenti da anni fa: l’età anagrafica è mediamente molto più alta, la condizione lavorativa è delle più varie, le valutazioni che portano alla consapevolezza di volere o non volere avere una famiglia rispecchiano le più ampie dinamiche sociali.
Senza alcun dubbio, la genitorialità moderna ha una componente importante ed è la maggiore consapevolezza dell’importanza del ruolo dei genitori nella crescita e nello sviluppo dei propri figli. Si riconosce con più maturità che il benessere dei bambini dipende significativamente dalla qualità della relazione genitoriale e dell’attenzione e dalla cura che i genitori dedicano all’educazione e alla formazione dei propri figli.
Vicino al rapporto genitore-figlio, anche i nuclei familiari hanno avuto una loro evoluzione in modelli sempre più variegati e questo è elemento di crescita della società stessa perché insegna in primis ai figli la bellezza della varietà di modelli differenti che hanno al centro sempre e comunque un legame fondamentale d’amore.
Le attenzioni e la cultura di un sostegno riguardo alcune patologie psicologiche di genitori e figli, racchiude un altro tassello importante nella differenziazione di un modello genitoriale oggi più attento e più sensibile alle possibili conseguenze e a prevenire elementi di difficoltà emotiva o di distanza relazionale del proprio figlio.
Con tutte le difficoltà che ne comporta e con qualsiasi corso preparto o video racconto si voglia studiare, nessun genitore sarà mai pronto ad essere genitore, ed è l’unica mansione che non riusciremo mai probabilmente ad inquadrare su un contratto collettivo.
Perché in fondo essere genitore vuol dire stare a tutte le regole del mondo e non seguirne nessuna di queste.
Valerio Camplone
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