Trascrizione dei figli delle coppie omosessuali. Pari diritti a tutte le famiglie

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05.04.2023

In tutta Europa i figli di coppie omosessuali, la c.d. omogenitorialità, sono riconosciuti con la doppia genitorialità fin dalla nascita. Eccetto che in Italia, Polonia e Ungheria. Non sempre, però, i diritti di genitori e figli riconosciuti nel Paese di nascita sono garantiti nel passaggio da un Paese all’altro. 

Il regolamento proposto dall’Unione aveva lo scopo di assicurare che i minori, con uno status di figli in un determinato Paese membro, potessero avere lo stesso status di figli nel Paese europeo dove si spostano con i loro genitori mettendo al centro, quindi, sempre il diritto prioritario dei minori: 

le autorità sono tenute al rilascio dei documenti che consentano al minore di esercitare il proprio diritto di circolazione e soggiorno in qualunque Stato membro insieme a ciascuno dei due genitori”.

Il no del Governo italiano alla doppia genitorialità

Il no del governo alla proposta di introdurre in Italia il certificato europeo di filiazione va di pari passo con il blocco alle trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli delle famiglie omosessuali, da cui consegue l’impossibilità di formare atti di nascita italiani. 

In entrambi i casi la motivazione addotta è quella di impedire il ricorso alla gestazione da parte di altri alle coppie omosessuali. Questo divieto non vale, infatti, per le coppie eterosessuali che fanno ricorso alla gestazione per altri all’estero (in Italia è vietata). 

In assenza di una legge nazionale che riconosca e tuteli i figli delle coppie omogenitoriali, migliaia di coppie hanno dovuto affrontare lunghe ed estenuanti battaglie per ottenere la trascrizione dei certificati esteri o, la c.d. stepchild adoption, cioè l’adozione del figlio del partner. Altre famiglie, invece, anche con l’appoggio delle amministrazioni comunali, hanno potuto riconoscere i loro figli direttamente alla nascita ottenendo da subito la registrazione all’anagrafe di entrambi i genitori, secondo il principio del prevalente interesse del minore, rispetto al vuoto legislativo.

L’adozione, però, non tutela appieno queste bambine e bambini. Ad esempio, in caso di separazione conflittuale, poiché è dirimente il consenso di chi esercita la responsabilità genitoriale, o anche in caso di morte o malattia grave del genitore biologico, laddove non sia stata rilasciata davanti al giudice, la dichiarazione del genitore biologico.

Continuano le discriminazioni dei figli delle coppie omosessuali 

Le discriminazioni nei confronti dei figli di omosessuali non sono state mai superate, neanche con l’approvazione della legge sulle unioni civili del 2016. Inoltre, la procreazione medicalmente assistita e la fecondazione eterologa, a cui possono accedere coppie eterosessuali sposate o anche di fatto, è invece preclusa a single e coppie lesbiche.

Nonostante la glaciazione della legge, la realtà sociale ci dice che oggi la visione classica della famiglia non è più omogenea come in passato ma si è evoluta in diversi modi di creare legami. 

Uno sguardo laico e capace di confrontarsi con la realtà caratterizzata da diverse forme di queste reti e connessioni necessarie alla riproduzione biologica e anche sociale, delle comunità umane, ci pone oggi di fronte ad un insieme variegato di tipologie di famiglie. 

Un modello di famiglia laico per cambiare la società

Per la UIL è necessario superare le posizioni ideologiche, che vorrebbero ribadire la superiorità di “un modello di famiglia che prevede una mamma e un papà”, discriminando tutte le altre e anche i figli delle coppie omosessuali. Se guardiamo alla vita delle persone, non incontriamo un ideale di famiglia “perfetta”, ma una speranza di famiglie in crescita, di famiglie consapevoli, di famiglie libere, all’interno delle quali ogni componente ha il diritto di autorealizzarsi. 

Bisogna partire dai mutamenti della società e delle famiglie (monogenitoriali, separate, ricostituite, allargate, omogenitoriali, unipersonali, multietniche…) per poter dare un sistema di riconoscimento e supporto integrato e lungimirante ad un insieme di realtà che già coesistono virtuosamente. 

Le famiglie in ogni loro declinazione devono tornare centrali nel dibattito politico. Come UIL ci battiamo affinché si possa giungere ad una nuova normativa pienamente rispondente alla realtà e alle necessità della società italiana. 

Per la UIL la stella polare è e deve essere l’interesse superiore del minore. Crediamo che sia ormai tempo per il nostro Paese “giuridico” di allinearsi con il Paese reale, è una questione di civiltà e di diritto di cittadinanza.

Dipartimento Politiche Sociali di Cittadinanza e del Welfare UIL

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