Bisogna forse guardare al di là del mare

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24.06.2023

In una visione panoramica di questo periodo, ci accorgiamo di quanto siano complessi i fenomeni che riguardano oggi il sistema – socioeconomico, geopolitico, demografico, ambientale – che ci circonda.

Negli ultimi mesi abbiamo assistito e siamo stati vittime di eventi climatici complessi nella loro gestione e che hanno dato il via ad emergenze umanitarie con una frequenza mai vista prima nel nostro paese. Le alluvioni nelle Marche, Ischia, infine della Romagna, hanno sancito una volta per tutte la debolezza del territorio.

Un inverno così secco da ridurre il Po alla sua portata minima storica con conseguenze disastrose nelle attività produttive del nord, ci suggerisce che con l’alternarsi di periodi secchi a periodi ad alta frequenza di piogge, il tema merita la massima attenzione. La politica deve porsi l’obiettivo di sensibilizzare e auto sensibilizzarsi, senza farsi ostacolare da movimenti clima-negazionisti che nelle tragedie e nella prevenzione ricoprono da sempre un ruolo dannoso per la società e nella visione del futuro.

In questo contesto, dunque, appare evidente che le forze politiche sono chiamate ad intervenire in tempi rapidi e soprattutto a “decidere”. La visione, la rotta reale, le politiche sostenibili da metter in piedi per assicurare un futuro ai territori, cioè, essere la parte attiva di questo cambiamento.

Bisognerebbe guardare al di là del mare, precisamente a Valencia dove nel lontano 1957 i cittadini e le amministrazioni del tempo decisero, dopo un susseguirsi di alluvioni del fiume cittadino, di deviarlo a sud della città ‚ creando sul vecchio corso il Jardi del Turia, il parco più lungo d’Europa con i suoi 9 km che va dal centro alla zona portuale.

Oggi quella trasformazione, con interventi successivi lungimiranti, ha portato alla riqualificazione di alcune zone della città ed ha restituito degli spazi ai cittadini, innescando un tessuto di socialità e condivisione, nonché di sostenibilità, modificando l’immagine stessa di Valencia. Indovinate, neanche più un’alluvione.

Francesco Riggi

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