Emergenza casa in Veneto. Uil Veneto: Ricordiamoci che anche la nostra Costituzione evidenza la dignità di avere un’abitazione
27.12.2023
A A A cercasi casa. La ricerca di un alloggio in Veneto va fatta con il lanternino. Perché? Soprattutto per due motivi: per i casi di sfratto che sono in aumento dopo la pandemia da Covid 19 e per le abitazioni private che rimangono vuote per scelta del proprietario. L’emergenza abitativa colpisce un po’ tutto il nord est del Paese e desta preoccupazione anche in Veneto in cui le notifiche di sfratto registrate sono state 2.076, ovvero l’8,9% in più rispetto al 2021 (dati del 2022 tratti dal sito internet del Ministero dell’Interno). Gli “odiosi” avvisi sono stati emessi in tutto il territorio veneto in cui sul podio si staglia la provincia di Verona con 542 sfratti. Seguono le province di Treviso con 463 sfratti, poi di Vicenza con 406, di Padova con 355, di Venezia con 151, di Rovigo con 130 e di Belluno con 29.
“I motivi che inducono allo sfratto – ha dichiarato Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto – sono variegati e vanno ricercati nella morosità, nel caro affitti, nella finita locazione. Ad aggravare uno scenario che si tinge di scuro e che rischia di costringere famiglie intere a non avere una dimora è anche il periodo difficile che si sta vivendo: si pensava che dopo la pandemia ci sarebbe stata una rinascita e invece è scoppiata una guerra e, con essa, anche un’inflazione che sta aggravando la povertà. Persone che hanno perso il proprio posto di lavoro e che a 50 anni devono reinventarsi, spesso con una famiglia alle spalle da sostenere. E di fronte a tutto ciò ci sono affitti che aumentano e mutui che aumentano. Abbiamo visto tutti cos’ha fatto l’Europa: la sua strategia per contenere il debito è stata quella di incrementare i tassi. Una vergogna”.
Accanto al problema degli sfratti abbiamo anche quello in cui la casa c’è ma il proprietario non la mette a disposizione di chi la cerca e ne ha bisogno.
“Situazione paradossale – continua Toigo – è quella in cui le abitazioni libere ci sono e ci sono anche chi sarebbe disposto e può pagare, ma rimangono sfitte. E’ assurdo, lo so, ma è la realtà. Lo tocchiamo con mano nella Marca in cui in provincia di Treviso si registrano circa 46.000 alloggi sfitti, dei quali 6.000 solo nel territorio comunale di Treviso. Lo vediamo in provincia di Padova in cui ci sono 6.4000 case inutilizzate di cui 16.000 nella città del Santo. Facendo una sorta di sondaggio si scopre spesso che i proprietari non si fidano a cedere la casa ad un migrante (anche se italiano), persino se in regola e con un regolare contratto di lavoro. Si scopre anche che spesso i proprietari non si fidano ad affittare casa perché temono che ad un certo punto il locatario non sarà più in grado di pagare l’affitto oppure hanno paura che l’appartamento non verrà restituito in buone condizioni. Tutte motivazioni lecite che però mostrano che da un lato la casa c’è, ma non c’è la volontà di prestarla a chi necessita di un tetto. La casa è un diritto come lo è il lavoro”.
“Poiché al primo posto ci dovrebbe essere la dignità di una persona – ha aggiunto Toigo –ricordo che la nostra stessa Costituzione sottolinea il diritto ad un’abitazione, come evidenzia il diritto al lavoro. Non è possibile che alla soglia del 2024 si legga ancora sui giornali di famiglie che perdono la loro casa e devono dormire in auto, se ce l’hanno. Va fatto un ragionamento che permetta a chi è in difficoltà di non trovarsi comunque per strada da un giorno per l’altro. Si può pensare ad un fondo solidaristico che possa fare da garanzia a chi ha sempre lavorato, a chi ha dimostrato di svolgere il proprio dovere verso la società e che, ad un certo punto della sua vita, si è trovato senza lavoro o con un lavoro precario che non gli ha permesso di mantenere i suoi impegni. La Uil Veneto c’è ed è pronta a rimboccarsi ulteriormente le maniche per tutelare la dignità delle persone che si riscopre anche in una casa accogliente”.
Ufficio Comunicazione Uil Veneto
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