Editoria e digitale: la carta stampata sopravvive?

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Nell’epoca del digitale il quotidiano e libro cartaceo possono sopravvivere? Una domanda a cui i lettori forti, quelli che macinano almeno dodici testi l’anno, e gli affezionati all’inchiostro vivo risponderanno: “assolutamente sì”. Ma qual è la realtà? Contrariamente a quanto si possa pensare il libro stampato esercita ancora un enorme fascino. Le vendite dei giornali, invece, attestano una vittoria dell’informazione digitale.

MERCATO DEL LIBRO: LA RINASCITA DEL CARTACEO

Quando gli ebook hanno iniziato a farsi strada, si pensava che l’oggetto fisico non avrebbe retto il passo e che poco a poco, le librerie di casa sarebbero diventate quasi esclusivamente virtuali. Invece, i dati restituiscono un quadro meno scontato di così. Il mercato del libro viaggia velocemente e i formati digitale e cartaceo hanno trovato il modo di coesistere.

La crisi pandemica ha dato nuova vita al mercato del libro? Per certi versi, la risposta potrebbe essere affermativa. L’editoria, soprattutto nell’ultimo decennio, ha affrontato diverse difficoltà, in parte dovute all’avvento prima e al consolidamento poi del formato digitale, il cui mercato resta ancora marginale. In parte a diversi fattori legati all’andamento dell’economia, al cambiamento della proposta editoriale e all’innovazione delle forme di comunicazione. Tuttavia, durante il 2021 diversi elementi hanno portato a una crescita interessante del mercato in questione, scacciando le ombre di un nuovo periodo buio.

Rispetto al periodo pre-pandemico, quindi in riferimento al 2019, si è registrata una crescita delle vendite del 16%, come evidenzia il rapporto annuale dell’AIE (Associazione Italiana Editori). Un trend positivo che, stando alle ultime stime, continuerà anche per il 2022. Parliamo di un dato molto significativo che riguarda la produzione editoriale in tutte le sue forme: libro cartaceo, ebook e audiolibro. Hanno certamente contribuito alla crescita le politiche di sostegno attivate dalle istituzioni, ma la nuova realtà generata dalla pandemia ha anche riattivato un forte interesse verso la produzione editoriale. La lettura, quindi, è di nuovo cool.

In questo scenario, come si colloca effettivamente il libro cartaceo? Sopravvive grazie alla spinta di ebook e audiolibri o continua a viaggiare sul proprio binario? Anche in questo caso ci serviamo dei numeri per rispondere. Nel 2021, in Italia, il primo canale di acquisto sono ancora le librerie, che hanno una quota di mercato del 51%. Dai portali online si registra invece il 43,5% delle vendite. Inoltre, nel 2021 sono state pubblicate 85.551 novità cartacee, un +22,9% rispetto al 2020. Per gli ebook, invece, sono stati solo 49.313, un -5,6% rispetto all’anno precedente.

Dobbiamo anche sottolineare la nuova affezione agli audiolibri che stanno diventando imprescindibili per il settore editoriale. Esattamente come hanno trovato uno spazio rilevante nell’informazione ai podcast.

Il classico formato comunque sembra ancora brillare di luce propria. Questo successo sarà da attribuire alla pluralità dell’offerta, all’impatto emotivo che può restituire l’oggetto fisico e, perché no, ai cinque secoli di storia che il libro ha alle proprie spalle. Se ne ricava che i lettori sono ancora affezionati alla carta.

Ci sono però delle criticità da considerare, come ad esempio l’aumento del costo dell’energia che si porta dietro l’aumento del costo della carta. Una problematica che può intaccare l’andamento positivo registrato negli ultimi due anni. Se gli interventi in tal senso saranno repentini e concreti, si potrà evitare che la filiera del libro possa entrare ancora una volta in sofferenza.

PERCHÉ I GIORNALI NON SI LEGGONO PIÙ

Social network, app e siti web hanno profondamente modificato il mondo dell’informazione. Contrariamente al mercato del libro, la produzione cartacea di riviste e quotidiani ha subito una frenata importante e l’oggetto fisico non è riuscito a confrontarsi con la controparte digitale.

Ma perché? Tra le ragioni principali troviamo la rapidità con cui le notizie si propagano, grazie e soprattutto ai social network. Queste piattaforme hanno abituato i lettori ad essere sempre e costantemente informati in tempo reale e, spesso, a titolo gratuito; ciò rappresenta un limite palese per l’impostazione cartacea. Un’altra peculiarità dei social è il vis a vis, il confronto live e diretto tra quelle che un tempo avremmo potuto definire le firme di punta. Il giornalista o le stesse redazioni possono intervenire in video o per iscritto in pochi secondi, senza dover rispettare i termini di stampa del cartaceo.
Secondo poi, i supporti come smartphone e tablet hanno permesso che l’informazione non appartenesse più solo ai giornalisti e alle redazioni; tutti, a modo proprio, possono individuare, creare e far circolare una notizia.

Contrariamente a ciò che è accaduto al mercato del libro, in pandemia l’informazione cartacea ha subito un’ulteriore battuta d’arresto, ampliando il divario già enorme con la produzione digitale.

Chiudiamo facendo ancora una volta riferimento all’aumento dei costi della carta: in questo caso, tale problematica potrebbe davvero rappresentare la fine dell’informazione stampata.

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