Djokovic agli Australian Open, esplode la polemica.

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05.01.2022

Fa scalpore – e non poco! – il caso creato dal grande tennista Novak Djokovic che, senza differenti decisioni, parteciperà al primo Grande Slam dell’anno, pur non essendo vaccinato contro il covid-19.

Il tennista Djokovic ha sostenuto di essere esentato dal vaccino per ragioni mediche, senza dare ulteriori spiegazioni.

È stata, però, una sorpresa il disco verde alla partecipazione di Djokovic al torneo. Le regole, infatti, impongono agli atleti partecipanti di avere copertura vaccinale per poter prendere parte alla competizione.

La questione è all’attenzione di tutti nel mondo. Il Primo Ministro australiano Morrison ha chiesto a Djokovic delle prove evidenti delle controindicazioni al vaccino. Non è ancora del tutto certa, quindi la partecipazione al torneo del numero uno del tennis.

Djokovic, già vincitore di 20 tornei del Grande Slam è, con Roger Federer e Rafael Nadal, in gara per il titolo che gli darebbe un record.

Gli occhi – e le polemiche – nel mondo dello sport, insomma, sono tutti puntati al 17 gennaio, data di inizio del Grande Slam. Tantissimi sono gli atleti che hanno denunciato un trattamento di favore nei confronti di Djokovic. Tantissimi altri si sono uniti al coro di chi chiede spiegazioni più precise.

Certo è che, in assenza di una comunicazione dettagliata o comunque più esplicita delle ragioni che portano a esentare un campione dello sport come Djokovic dalla possibilità di ricevere il vaccino, le critiche e le polemiche non potranno che aumentare.

Del resto, tutti i Governi del mondo sono impegnati nella campagna vaccinale contro il virus e le sue varianti. Lo stesso Presidente degli Stati Uniti, Biden, sta lanciando a più riprese e su tutti i media, da quelli social ai tradizionali, messaggi di sensibilizzazione. Tutto ciò, in un momento in cui il virus ha ripreso la sua corsa. Nel mondo i nuovi casi sono 2miloni e 600mila.

Resta comunque ambigua la decisione di consentire al campione Djokovic di partecipare agli Australian Open, senza una precisa argomentazione sulle ragioni che esentano il tennista dal vaccino. Una chiara forma di discriminazione e diseguaglianza di trattamento verso quegli atleti, certamente meno forti e meno attraenti di un campione della sua portata, che sono stati esclusi per questa stessa ragione.

A pensar male si fa peccato, ma spesso, si coglie quel sottile senso di verità e, in questo caso, ingiustizia. Sarà forse che la partecipazione di Djokovic alla competizione alza notevolmente l’asticella dell’interesse generale? Genera, insomma, più profitto?

Sembrerebbe che anche mondo dello sport, in cui dovrebbero prevalere alti valori umani e in cui il rispetto delle regole è fondamentale, sia il profitto a dettar legge.

 

Redazione TERZO MILLENNIO

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