Il Futuro del Lavoro: Il Diritto alla Disconnessione tra Normative e Sfide
30.09.2024
Il 26 agosto, l’Australia ha introdotto una nuova legge che sancisce il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori a disconnettersi al di fuori dell’orario di lavoro, obbligando le medie e grandi aziende a non richiedere ai dipendenti di rispondere a email o chiamate dopo l’orario lavorativo. Questa legge, approvata nel febbraio 2023, è stata salutata come una pietra miliare nella tutela del benessere dei lavoratori.
Tuttavia, la normativa consente delle eccezioni per le “questioni ragionevoli”, creando una zona grigia che ha sollevato dubbi. L’Australian Industry Group, una delle principali organizzazioni datoriali, ha espresso riserve, temendo che la legge possa creare incertezza tra datori e dipendenti riguardo alla gestione delle chiamate fuori orario, specialmente per quanto riguarda la concessione di straordinari.
Nonostante le critiche, la Fair Work Ombudsman (FWO), l’istituzione indipendente incaricata di vigilare sull’applicazione della norma, ha dichiarato che determinerà cosa sia “ragionevole” basandosi su una serie di fattori, tra cui il motivo e il modo del contatto, l’impatto sul lavoratore e la retribuzione. Questo approccio, sebbene ancora in fase di rodaggio, è parte di una crescente tendenza globale che mira a ridefinire i rapporti di lavoro e migliorare il bilanciamento tra vita lavorativa e privata.
…e in Italia?
In Italia, è stato introdotto il concetto di disconnessione con la Legge n. 81 del 2017, che regola lo smart working. Questa normativa, pur stabilendo che l’organizzazione del lavoro agile debba includere tempi di riposo per il lavoratore, non fissa regole rigide che garantiscano una netta separazione tra orario di lavoro e tempo libero. Nel nostro Paese non è riconosciuta la disconnessione come un diritto e, pertanto, la legge demanda agli accordi individuali tra datore e dipendente l’onere di definire le modalità di disconnessione, creando un quadro normativo meno rigido rispetto ad altri Paesi europei.
La questione è stata sollevata anche dal Garante della Privacy, che ha più volte sottolineato l’importanza di garantire il diritto alla disconnessione per proteggere la distinzione tra vita lavorativa e privata, specialmente in un contesto come quello italiano, dove il 9,4% dei lavoratori supera regolarmente le 50 ore settimanali.
Con la pandemia di COVID-19, il tema della disconnessione è diventato ancora più urgente, poiché lo smart working è stato ampiamente utilizzato. La Legge n. 61 del 2021 ha introdotto specifiche tutele per le lavoratrici e i lavoratori in modalità agile, garantendo loro il diritto di disconnettersi senza subire conseguenze negative sul piano lavorativo o salariale.
A differenza dell’Australia, l’Italia non ha ancora introdotto una normativa che vieti esplicitamente ai datori di lavoro di contattare i dipendenti al di fuori dell’orario di lavoro. Il Protocollo Nazionale sul Lavoro Agile del 2021 ha ribadito l’importanza della disconnessione, ma la sua applicazione resta a discrezione delle singole aziende.
Il sindacato delle persone per il diritto alla disconnessione.
Come UIL riteniamo che il diritto alla disconnessione debba essere riconosciuto come un principio fondamentale per tutte le lavoratrici e i lavoratori, pur nella necessità di stabilire dei limiti chiari per garantirne un’applicazione equilibrata. In questo senso, è cruciale che tale diritto venga regolamentato all’interno dei contratti collettivi nazionali. Auspichiamo, inoltre, un nuovo incontro con le controparti per discutere ulteriormente il tema e trovare soluzioni.
Ribadiamo la necessità di un intervento concreto per proteggere i diritti dei lavoratori di fronte ai rapidi cambiamenti del mondo del lavoro. Fondamentale poi, in un contesto del lavoro che cambia attraversato dalla transizione digitale, è mantenere un approccio umano nella gestione del lavoro, con un controllo che stabilisca limiti precisi per evitare un’ingerenza eccessiva nella vita privata delle lavoratrici e dei lavoratori. Riteniamo che la contrattazione collettiva sia lo strumento ideale per definire regole chiare e specifiche in ogni settore, proteggendo sia i diritti consolidati che quelli emergenti, tutelando la salute e la sicurezza e prevenendo abusi.
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