DIGITALE A SCUOLA. ADATTARSI AI CAMBIAMENTI SAPENDOLI GOVERNARE

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09.07.2024

Il digitale può migliorare la didattica nella scuola italiana. Ma va governato, non viceversa. Un esempio virtuoso, neanche troppo lontano, che non crea diseguaglianze territoriali e favorisce l’autonomia didattica degli insegnanti è l’Estonia, al momento il paese con il sistema di istruzione più avanzato d’Europa. Il Paese baltico ha investito molto sulla formazione continua degli insegnanti e sulla digitalizzazione senza però lasciarsi sopraffare.

LA SCUOLA E GLI INSEGNANTI DEVONO ESSERE EQUIPAGGIATI

Ad indagare sul tema del digitale a scuola ci ha pensato recentemente Percorsi di Secondo Welfare, il laboratorio di ricerca e informazione dell’Università degli Studi di Milano. La ricerca si è valsa della partecipazione di oltre 3000 studenti intervistati.

Un esempio di innovazione vantaggioso secondo gli alunni è la registrazione delle lezioni, che consente agli studenti di seguire i corsi da casa e partecipare ad attività pratiche e di gruppo in classe.

Insegnare ai cittadini del domani a utilizzare le tecnologie in modo positivo può migliorare non solo le loro competenze di base, ma anche la capacità di distinguere il vero dal falso – analfabetismo digitale e fake news – preparandoli meglio per il futuro.

Restano tuttavia delle questioni aperte. La ricerca sottolinea che l’accesso ai dispositivi tecnologici rappresenta ancora una sfida, soprattutto nelle aree interne e in contesti socio-economici svantaggiati. Gli studenti che non dispongono di tablet e computer forniti dalla scuola hanno minori opportunità di inclusione e apprendimento. È essenziale, quindi, che vengano disposte per tutte le scuole italiane risorse tecnologiche adeguate e che si investa nella formazione dei docenti per sfruttare al meglio le potenzialità del digitale.

L’ESEMPIO DI SUCCESSO DELL’ESTONIA: SI AL DIGITALE MA INSEGNANTI PIU’ AUTONOMI, PIU’ RICCHI E PIU’ RICONOSCIUTI SOCIALMENTE

La piccola repubblica baltica non è certo un paese ricco: il suo reddito pro capite è di circa 28 mila dollari l’anno, meno dei 35 mila dollari italiani. Eppure, è una delle economie più in crescita del Vecchio Continente. Secondo le statistiche OCSE, gli studenti estoni sono primi in Europa e terzi al mondo nelle scienze naturali; primi in Europa, a pari merito con la Svizzera, e noni al mondo, nelle scienze matematiche; terzi in Europa e sesti al mondo per alfabetizzazione funzionale.

L’Estonia è anche uno dei paesi che sta attirando più studenti stranieri, passando da poco più di 400 a oltre 4.000 in dieci anni. Inoltre, è il Paese al mondo in cui gli stipendi degli insegnanti stanno crescendo di più (+50% in soli cinque anni, da 810 a 1210 euro di stipendio medio).

Alla base della rivoluzione digitale dell’Estonia c’è il progetto ProgeTiger, avviato nel 2012. Questo programma insegna a tutta la popolazione, dalla scuola dell’infanzia alla formazione permanente, i fondamenti della programmazione informatica con attività pratiche e linguaggi adatti all’età. Inoltre, ai docenti, incentivati da una maggiore valorizzazione economica, viene concessa grande autonomia nella gestione dei programmi didattici, aumentando il loro senso di responsabilità verso le classi.

UNA SFIDA CHE NON DEVE SPAVENTARCI MA FARCI RIFLETTERE

Prima di schierarci con i critici o lasciarci sedurre dalla retorica della scuola multimediale, è necessario quindi riflettere seriamente su obiettivi e sostenibilità di un’evoluzione digitale della scuola. Dobbiamo chiederci come questa possa garantire pari opportunità, meno discriminazioni, più inclusione, una didattica improntata alla multiculturalità, al dialogo e alla pluralità. Con la trasformazione digitale e l’innovazione tecnologica in rapida evoluzione, è essenziale insegnare ai ragazzi che questi strumenti devono essere governati.

Siamo sicuri che temi quali la solitudine insormontabile, la difficoltà di socializzare e le problematiche che i giovani devono affrontare nella vita e nel lavoro possano essere aiutati dalla digitalizzazione a scuola?

L’autodeterminazione di studentesse e studenti, il loro cervello e il loro pensiero critico devono rimanere autonomi. Bisogna affrontare le nuove sfide senza farsi sopraffare dalle innovazioni, mantenendo sempre la persona al centro.

Ufficio Comunicazione UIL Scuola RUA

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