LA GRANDE CRISI DELLE TELECOMUNICAZIONI

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15.04.2025

Il settore delle Tlc nel nostro Paese sta vivendo il peggior periodo dalla sua nascita. Sicuramente, le responsabilità sono di molti: da una classe manageriale che negli anni ha compiuto scelte sbagliate, fino all’incapacità della politica nazionale di intercettare i fabbisogni necessari per indirizzare il settore.

In Italia non esiste, di fatto, una politica industriale e non solo sul settore Tlc ma su tutta una gamma di attività che ci mettono sicuramente in coda rispetto ad altre nazioni che, mentre difendevano interi asset “strategici”, tra cui le telecomunicazioni, nel nostro Paese si è pensato di abbandonare al proprio destino aziende come Telecom che, qualche mese fa, ha subito una frammentazione importante con lo scorporo della Rete “venduta” ad un Fondo speculativo americano.

Tale scelta, così come altre, ha ulteriormente indebolito l’intero comparto fino ad arrivare al punto di non riuscire a definire nemmeno il CCNL scaduto ormai da 28 mesi. E, malgrado i solleciti al Governo ed al Ministro Urso, in questi anni a guida Meloni (“i sovranisti”) non siamo mai riusciti ad aprire un vero confronto.

Oggi, i 150 mila Lavoratori/trici delle telecomunicazioni sono in balia di una miriade di aziende che si rifiutano di sedersi al tavolo di confronto per negoziare e chiudere il contratto di riferimento: fuggono davanti alla richiesta di riconoscimenti rispetto agli aumenti salariali che la Uilcom, insieme alle altre due Organizzazioni, ha richiesto nelle piattaforme approvate a larghissima maggioranza dalle lavoratrici e lavoratori.

Parliamo di 260 euro, una richiesta motivata dal tentativo di recuperare l’erosione salariale dovuta agli anni di forte inflazione, che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie.

Il 31 marzo 2025, le categorie Confederali hanno proclamato una giornata di sciopero nazionale per denunciare una situazione più che imbarazzante: uno stallo nel confronto, a cui i lavoratori e le lavoratrici hanno risposto con una grande partecipazione.

Il prossimo 24 aprile, dopo 13 mesi dall’ultimo incontro con i Ministri Urso e Calderone, dopo vari rinvii richiesti dal Governo, è stato calendarizzato un nuovo appuntamento per entrare, speriamo, finalmente nel merito delle questioni ancora aperte e per richiedere lo sblocco del negoziato contrattuale che, sulla base del contesto, grida vendetta per come si sono approcciati i grandi colossi delle telecomunicazioni del nostro Paese.

Ufficio Comunicazioni UILCOM

 

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