Cresce la soddisfazione per la vita, ma non tra i giovanissimi: i dati Istat

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23.06.2022

Il Covid ha provocato moltissimi danni alla popolazione mondiale. Danni di natura fisica, economica e sociale. Anche le persone più resilienti hanno ceduto di fronte a un fenomeno di tale portata. L’annientamento dei contatti sociali, le prospettive per il futuro viste andare in fumo in pochi mesi, le immagini di morte e dolore a cui tutti abbiamo assistito, hanno lasciato un solco profondo. A distanza di due anni c’è chi è riuscito a riprendere in mano la propria vita e chi invece ancora vive in balia dell’incertezza. A farne le spese, come rileva uno studio dell’Istat, “Aspetti della Vita Quotidiana”, sono stati maggiormente i giovanissimi.

INDAGINE ISTAT: INDICATORI E DATI

Lo studio si fonda su diversi indicatori e ha preso in considerazione la soddisfazione per la vita, per l’occupazione, per le relazioni familiari e amicali e per la salute. Gli intervistati hanno potuto esprimere le proprie valutazioni in base a un punteggio che va da o a 10. Alla domanda “Attualmente, quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?” il 46% (dai 14 anni in su) si ritiene pienamente soddisfatto (con un punteggio che oscilla tra 8 e 10). Il 39,5% pensa che la propria vita sia mediamente soddisfacente (punteggio tra 6 e 7). In ultimo, il 12,7% che invece ritiene di non essere soddisfatto delle proprie condizioni (in questo caso, il punteggio va da a 0 a 5). L’Istat rileva, in tal senso, un segno “+” rispetto al 2020.

I giovani tra i 14 e i 19 anni sono quelli che hanno attribuito il punteggio più basso. In questo caso l’istituto registra un segno “-“ rispetto al periodo pre-pandemico.
“Questi andamenti non modificano in maniera sostanziale il quadro dei giudizi espressi dalle persone in relazione alle loro caratteristiche socio-demografiche”, riferisce l’Ista.

Inoltre, aggiunge: “Gli uomini rimangono più soddisfatti delle donne e nel complesso della popolazione la soddisfazione diminuisce tendenzialmente con il progredire dell’età: la quota di molto soddisfatti più elevata è tra i 14-19 anni (nonostante il calo) e quella più bassa tra le persone di 75 anni e più (nonostante la crescita)”.

OCCUPAZIONE: COSA RILEVA L’ISTAT

Anche il lavoro è uno degli aspetti presi in considerazione dallo studio. In questo caso emerge piena soddisfazione per coloro che sono occupati in attività formative, quindi prettamente giovani. Il 49,9% degli studenti si ritiene molto soddisfatto.

Chi invece è attivamente occupato nel mondo del lavoro risponde in maniera differente in base alla posizione professionale che occupa. I più soddisfatti sono: dirigenti, liberi professionisti e imprenditori, che compongono il 51% del campione preso in esame. Mentre quadri e impiegati si dichiarano abbastanza soddisfatti, più degli operai.

Un dato interessante, ma anche prevedibile, considerando una commistione con gli altri studi condotti dall’istituto, riguarda le donne. Queste sono quelle maggiormente insoddisfatte della propria posizione lavorativa. Non solo per l’inquadramento contrattuale ed economico, ma anche per il tipo di lavoro svolto.

RELAZIONI FAMILIARI

Quanto invece ai rapporti umani e alla socialità, l’Istat apprende che il campione di intervistati, nel complesso, esprime in merito scarsa soddisfazione, questo almeno in rapporto al 2020. Ad aver subito un crollo importante è la soddisfazione verso i rapporti amicali, complici il lockdown, il distanziamento e il coprifuoco. Si passa dall’81,6% al 72,1% di chi si dichiara molto o abbastanza soddisfatto.

SALUTE

Chiudiamo con la valutazione che riguarda lo stato di salute. È l’81% ad esprime un parere positivo sullo stato di salute; tuttavia, anche in questo caso, si registra una flessione verso il basso rispetto al 2020, soprattutto per quel che riguarda la fascia di età 45-54. Questo particolare aspetto dell’indagine vede una maggiore insoddisfazione nelle persone over 60. Le donne, ad ogni modo, sono quelle che indicano la valutazione con numeri più bassi.

Nel complesso, analizzando i risultati dello studio, si evidenzia che i giovani, nonostante la vita stia riacquistando una parvenza di normalità, ancora non hanno ritrovato pienamente gli equilibri del periodo pre-Covid. Inoltre, c’è maggiore preoccupazione verso il lavoro, soprattutto per quel che riguarda l’elemento femminile. Un’altra criticità rilevata riguarda la socialità: i rapporti sono cambiati e questa nuova forma genera insoddisfazione. Bisogna ritrovare una stabilità economica e sociale che possa sovvertire i numeri espressi dal rapporto e per farlo è necessario agire, applicare interventi strutturali nel più breve tempo possibile.

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