Covid-19: Protocollo di aggiornamento delle misure di protezione negli ambienti di lavoro
04.07.2022
Il 30 giugno è stato siglato il Protocollo di aggiornamento delle misure di protezione negli ambienti di lavoro, dopo il confronto tenuto da Ministero del Lavoro, Ministero della Salute, Ministero dello Sviluppo Economico, Inail e parti sociali. Il Protocollo, come è noto, prevede la raccomandazione – non più l’obbligo – dell’uso delle mascherine Ffp2 nei luoghi di lavoro privati condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro. Ancora – insieme ad altre raccomandazioni – l’incentivazione dello smart working, ritenuto utile soprattutto per i lavoratori fragili, maggiormente esposti ai rischi connessi al contagio. Stiamo, intanto, assistendo a una recrudescenza dei contagi causati dalle varianti del Covid-19 che si sono manifestate più di recente. Qualcosa che suona come una nuova, sostanziale, ondata, mentre già si manifesta un – per ora contenuto – aumento della pressione sui reparti ospedalieri.
Covid-19: “il senso di responsabilità di ciascuno resta la prima linea di difesa dalla malattia”
Ancora una volta, dunque, si deve sottolineare che il senso di responsabilità di ciascuno resta la prima linea di difesa dalla malattia. Ciò che non è più obbligatorio – in particolare l’uso dei dispositivi di protezione individuali – resta consigliato.
Dunque, è da augurarsi la forte condivisione di un approccio consapevole e responsabile da parte delle imprese, dei lavoratori e loro rappresentanti nei luoghi di lavoro affinché la diffusione del contagio non crei nuovi danni alla salute di tutti così come alle attività produttive.
Se è finito il tempo della rigidità normativa per il contrasto alla diffusione del virus, il tempo della prudenza non è affatto scaduto. Il solo contrarre il virus espone a spiacevoli conseguenze sul piano del malessere che provoca e sull’essere costretti a sostenere il non brevissimo periodo di attesa per tornare a risultare negativi. Per non parlare degli spiacevoli postumi che possono durare comunque a lungo. Il Covid resta una malattia invalidante e, in ogni caso, potenzialmente mortale per le persone più fragili. Restiamo vigili.
di Cesare Damiano
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