Cos’è il workation: il fenomeno lavorativo che va oltre la pandemia
18.08.2022
Di recente abbiamo affrontato il tema della Yolo Economy. Abbiamo visto come, per moltissime lavoratrici e lavoratori, la pandemia abbia totalmente modificato la prospettiva sul lavoro. Sono cambiate le priorità: maggiore attenzione al work life balance, alle proprie aspettative professionali e così via. Si inserisce in tale contesto un altro fenomeno, nato di recente: il workation.
COS’È IL WORKATION?
Si parte dal presupposto che i limiti imposti dalla circolazione del Covid, soprattutto durante il primo lockdown, abbiano colpito in maniera decisa gli spostamenti. Zero vacanze, scarsi i viaggi di lavoro. Ed è in questo quadro che si inserisce il concetto di workation. La parola nasce dall’assemblaggio dei termini work (lavoro) e vacation (vacanze).
In pratica: parliamo di un’esperienza professionale del tutto nuova; un’organizzazione della professione che impone flessibilità: lavorare viaggiando. Per dirla in maniera molto semplice, si tratta di uno smart working che ha l’obiettivo di conciliare lavoro e relax. Si compilano tabelle excel con vista mare; si svolgono pratiche burocratiche da una baita in montagna.
L’idea è quella di concedersi tempi di recupero personalizzati tra lo svolgimento di un task e l’altro. Ciò non implica essere indipendenti; si può anche essere alle dipendenze di un’azienda e organizzare viaggi e lavoro di pari passo. Ma attenzione, non è così semplice.
I BENEFICI DEL WORKATION E LE CONTRADDIZIONI
Diversi studi hanno dimostrato come questo tipo di approccio al lavoro consenta il raggiungimento di un equilibrio salubre per corpo e mente. I benefici psico-fisici sono numerosi: organizzare il proprio tempo, scegliere la location da cui lavorare, poter vivere nuove esperienze, sono tutti fattori positivi di questo tipo di attività e giovano alla persona.
Da contro, come abbiamo anticipato, non è così semplice. Spesso, soprattutto se non si è autonomi, è complicato raggiungere accordi simili con il datore di lavoro. È necessario che gli effetti della trasformazione organizzativa e dell’innovazione digitale passino per il ruolo della regolamentazione sui contratti collettivi nazionali e decentrati.
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