La COP29 a Baku: sfide e opportunità per il Movimento sindacale globale

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12.12.2024

La Conferenza delle Parti (COP) sul cambiamento climatico è l’evento annuale più importante per la comunità internazionale impegnata nella lotta contro il riscaldamento globale. La COP29, che si è tenuta a Baku dall’11 al 22 novembre 2024, ha rappresentato un’opportunità cruciale per rafforzare gli impegni globali verso un futuro più sostenibile: un banco di prova per affrontare le sfide climatiche in modo equo e giusto, garantendo che i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori siano al centro delle politiche climatiche.

I risultati e le criticità

L’Accordo per il Clima siglato alla COP29 di Baku rappresenta un passo importante ma controverso nella lotta al cambiamento climatico. I principali risultati includono:

  1. Fondo per Perdite e Danni: è stato formalizzato un meccanismo per supportare i Paesi più vulnerabili con 300 miliardi di dollari all’anno. Tuttavia, permangono criticità riguardo alla gestione e alla distribuzione di questi fondi, con preoccupazioni legate alla trasparenza e all’efficacia del processo.
  2. Aggiornamenti sugli impegni climatici nazionali (NDC): molti Paesi sono stati invitati a rafforzare i loro obiettivi per mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C, ma alcune nazioni, soprattutto quelle con economie basate sui combustibili fossili, hanno mostrato resistenze. Questo ha portato a compromessi che alcuni considerano insufficienti rispetto all’urgenza climatica.
  3. Stallo sulle fonti fossili: nonostante la pressione di attivisti e di alcuni governi, non è stato raggiunto un accordo vincolante per l’abbandono graduale dei combustibili fossili. L’opposizione dei Paesi produttori di petrolio e gas ha limitato l’ambizione di queste misure.
  4. Piattaforma per la Trasparenza Globale sul Clima: è stata lanciata la “Baku Global Climate Transparency Platform”, un’iniziativa volta a monitorare meglio i progressi delle politiche climatiche dei singoli Paesi. Questo è visto come un tentativo di aumentare la responsabilità internazionale, anche se la sua implementazione rimane incerta.

In sintesi, la COP29 ha segnato un passo avanti su alcuni fronti, ma l’assenza di impegni vincolanti e di una visione globale condivisa evidenzia le difficoltà nel raggiungere un consenso internazionale. La pressione politica e civile resta essenziale per trasformare questi accordi in azioni concrete.

Le considerazioni della UIL

Per la UIL, le COP hanno da sempre avuto un’importanza sostanziale, soprattutto in vista della crescente minaccia legata al cambiamento climatico e alle sue conseguenze sul mondo del lavoro.

Negli anni, abbiamo sollecitato un’attenzione particolare alle implicazioni sociali e occupazionali delle politiche climatiche, promuovendo il principio della “Just Transition”. La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, infatti, se non gestita e governata in modo corretto, può comportare gravi ripercussioni per le lavoratrici e i lavoratori, soprattutto quelli impiegati nelle industrie ad alta intensità di carbonio (come i settori hard-to-abate).

Giustizia sociale e partecipazione

In questa fase è pertanto fondamentale definire misure concrete per garantire che la transizione verso un futuro sostenibile non comporti un aumento delle disuguaglianze sociali e del lavoro precario. Un’attenzione particolare deve essere rivolta a settori come l’energia rinnovabile, la mobilità sostenibile e l’efficienza energetica, che rappresentano nuove opportunità occupazionali, ma necessitano di politiche attive per la formazione e lo sviluppo delle competenze.

Un’altra questione importante è legata alla giustizia sociale, aspetto cruciale poiché la crisi climatica non colpisce in modo uniforme tutte le persone. I lavoratori e le comunità più vulnerabili sono anche quelli maggiormente esposti ai rischi legati ai disastri naturali, alle malattie e alle difficoltà economiche derivanti dal cambiamento climatico. In questo contesto, è necessario rafforzare le battaglie ambientali integrandole con quelle sociali ed economiche, sottolineando l’importanza di politiche che tutelino i diritti umani e, soprattutto, le condizioni di lavoro.

Infine, sollecitiamo una maggiore partecipazione dei lavoratori nei processi decisionali relativi alla politica climatica. Non solo governi e imprese devono essere coinvolti: riteniamo che le lavoratrici e i lavoratori debbano essere attori principali del cambiamento per garantire e gestire politiche efficaci e giuste.

UIL Servizio Contrattazione Privata, Rappresentanza, Politiche Settoriali, Ambiente

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