Chi è e cosa fa lo Streaming platform data analyst

3' di lettura
Mi piace!
100%
Sono perplesso
0%
È triste
0%
Mi fa arrabbiare
0%
È fantastico!!!
0%

20.07.2022

Spotify, Netflix, Prime Video, Disney Plus, Apple Music e Youtube sono solo alcune delle piattaforme streaming più amate e utilizzate. Centinaia di migliaia di brani, film, serie tv e podcast da ascoltare o vedere in qualsiasi momento e su più dispositivi. Dietro alle app e ai servizi offerti militano diverse nuove figure professionali; oggi vediamo insieme quella dello streaming platform data analyst.

CHI È E COSA FA LO STREAMING PLATFORM DATA ANALYST?

Nel campo dell’audiovisivo saper far funzionare e gestire lo streaming è diventato di vitale importanza. La chiave è “nel tempo reale”: nessuna attesa, nessun download che porti via tempo, tutto e subito. Questo tipo di attività determina che ogni informazione, anche quella che sembra essere più marginale, venga raccolta e analizzata in tempi brevissimi.

Per sopravvivere ed essere competitivi, data la gran quantità di opzioni presenti sul mercato, le scelte degli utenti, le loro propensioni, i tempi di permanenza su contenuti specifici vanno soppesati come fossero oro virtuale.

Ecco quindi che entra in gioco la figura dello streaming platform data analyst. Il suo obiettivo è captare i trend ancor prima che diventino tali. Come? Analizzando i dati a sua disposizione. Contrariamente al data analyst tradizionale, chi lavora con lo streaming non ha tempo per lavorare sui dati storici raccolti, ma con quelli che si concretizzano in tempo reale.

Un impiego che richiede concentrazione, velocità e ottime capacità organizzative. Il flusso di informazioni recepite dallo streaming platform data analyst è enorme, ne consegue che la gestione deve essere metodica, quasi chirurgica. Oltre l’analisi in sé, conta la valutazione del singolo dato; questa, in qualche modo, definisce una prima scrematura fondamentale.

Come intuibile, questa professione viene svolta con l’ausilio di software creati ad hoc che consento una raccolta meticolosa di dati e un’analisi approfondita degli stessi.

Infine, tale figura è chiamata anche a rendere conto degli insights. Dunque, deve occuparsi anche di una schematizzazione dei risultati ottenuti dai vari progetti su cui è chiamato a lavorare.

COME LO SI DIVENTA?

Tra le soft skill annoveriamo: concentrazione, rapidità nello svolgere diversi tasks, resistenza allo stress, problem solving e ottime capacità organizzative. Quanto alle competenze specifiche, è necessario conseguire titoli di studio in: informatica, ingegneria informatica, matematica o statistica. Ricordiamo inoltre che attualmente sono disponibili master e corsi online o in presenza che permettono una specializzazione nel settore.

QUANTO GUADAGNA?

Lo stipendio medio annuale in Italia per un data analyst oscilla tra i 20mila e i 40mila euro. Ad ogni modo, diverse aziende, anche in base al grado di specializzazione, offrono bonus – stabiliti in base al raggiungimento degli obiettivi – che fanno cumulo con la ral.

Articoli Correlati