Call center in appalto Tim: sciopero il 18 marzo

2' di lettura
Mi piace!
100%
Sono perplesso
0%
È triste
0%
Mi fa arrabbiare
0%
È fantastico!!!
0%

17.03.2024

Domani, lunedì 18 marzo, si fermeranno per l’intera giornata le lavoratrici ed i lavoratori operanti su tutte le attività di customer care di Tim: Abramo, Ennova, Gruppo Distribuzione, Konecta.

Le Organizzazioni Sindacali ritengono ingiustificato il calo dei volumi che impatta 4 aziende che operano in appalto e che occupano oltre 5mila addetti.

La motivazione più forte alla base della protesta è il rischio della perdita del lavoro di circa 1.500 persone entro marzo 2024 e altre 2000 entro la fine dell’anno come emerge dallo scarto tra le richieste di ammortizzatori sociali già formalizzate e quelle che saranno presentate nei prossimi giorni.

Le aziende coinvolte stanno già attivando meccanismi di ammortizzatori sociali per far fronte alla riduzione dei volumi di lavoro. Abramo Cc, ad esempio, ha segnalato una pianificazione di ammortizzatori pari al 60% per il mese di marzo, con incertezza sulla proroga delle attività. Callmat del Gruppo Distribuzione ha richiesto formalmente degli ammortizzatori sociali, mentre Ennova e Konecta hanno annunciato cali di volumi di attività gestite per conto di Tim.

La situazione nel sistema degli appalti customer care di Tim, come preannunciato dalle Organizzazioni Sindacali nel corso dell’incontro del 22 febbraio, sta degenerando di mese in mese e si rende più che mai necessaria un’azione immediata per affrontare la crisi. Per questo è stato richiesto un incontro urgente col Ministero del Lavoro, Mimit e col capo di gabinetto della premier. È fondamentale che il confronto in azienda sia seguito parallelamente da un tavolo governativo, specialmente dopo il mancato rifinanziamento del Contratto di Espansione di Tim.

È un’operazione, questa, che arriva in un momento in cui l’azienda sta per vendere Netco, la rete fissa che occupa 20mila persone. Da mesi vengono chieste garanzie e rassicurazioni sull’occupazione, da mesi vengono poste domande, ma mai sono state date risposte, né dall’azienda, né dalle istituzioni.

Ufficio Comunicazione UILCOM

Articoli Correlati