Bono Vox e The Edge: “a lavoro per la pace”. Il concerto nella metropolitana di Kiev
09.05.2022
Succede a Kiev, in metropolitana, nella stazione bunker di Khreshchatyk, che Bono Vox e The Edge improvvisino un concerto per suonare la libertà. Un evento, quello verificatosi lo scorso 8 maggio, tanto storico quanto surreale agli occhi del mondo intero. Da una parte la musica, una richiesta di pace che si diffonde in uno dei luoghi simbolo della quotidianità e della normalità; dall’altra, in superficie, l’eco straziante delle sirene antiaereo.
È la guerra. Una pagina di storia che la memoria del mondo non potrà cancellare. Ancora morte, ancora distruzione. È la guerra con tutte le implicazioni del caso. La risposta degli artisti a eventi di tale portata è offrire il proprio supporto; che sia attraverso raccolte fondi sfruttando la propria popolarità, fornendo in prima persona aiuti concreti, ma anche e soprattutto mettendo a servizio la propria capacità di arrivare dove altri non possono, di trasmettere messaggi ed emozioni. Bono Vox, con alcuni dei suoi brani più noti, come With or Without you e Stand by me, ha voluto “pregare per la pace, perché tutti ne possano godere al più presto”. Un gesto forte che è diventato virale in pochissime ore e ha raggiunto ogni angolo del pianeta.
La presenza di Taras Topolia, cantante di una famosa band ucraina, gli Antytila, ha reso ancora più potente la trasmissione del messaggio. Grazie a una collaborazione inedita si è rinsaldato ed evidenziato il concetto di cooperazione, quello che è stato più volte chiamato in causa anche durante il concertone del primo maggio.
ANCHE BONO VOX A LAVORO PER LA PACE
Non è un caso che il tema scelto per il concerto del primo maggio fosse: “A lavoro per la pace”. Chi ha fatto dell’arte il proprio mestiere possiede degli strumenti di comunicazione influenti e persuasivi in grado di parlare a tutti, indistintamente. Ognuno, a proprio modo, vede e trasmette le sfumature di questo conflitto. Bono Vox non era sul palco in piazza San Giovanni Laterano, ma la sua esibizione nella metropolitana si lega con un filo invisibile al lavoro svolto dagli artisti nostrani durante la domenica del concertone. Un lavoro per la pace.
Certo la musica non porterà alla risoluzione del conflitto, ma la pace si canta e si suona da sempre. È attraverso l’universalità delle emozioni che si trasmette vicinanza che ci si sente parte tutti dello stesso viaggio.
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