Bocchi: “Il modello contrattuale va cambiato”
08.05.2024
“Non si fa contrattazione di secondo livello e i contratti nazionali vengono faticosamente rinnovati: se questo è il bilancio, allora, si deve cambiare il modello contrattuale”.
È la proposta avanzata dalla Uil nel corso del convegno “Contrattare per le persone”, introdotto dalla relazione della Segretaria confederale, Tiziana Bocchi, e organizzato anche per presentare il terzo Rapporto sulla contrattazione decentrata, predisposto dal Sindacato di via Lucullo. All’iniziativa hanno partecipato, tra gli altri, gli onorevoli Maria Cecilia Guerra, Luigi Marattin e Walter Rizzetto, oltre ai professori Michele Faioli e Giuseppe Croce. I lavori sono stati conclusi dal Segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri.
È evidente – ha proseguito Bocchi – che gli accordi sottoscritti tra il 2016 e il 2018 vanno rivisti. Per i rinnovi di alcuni contratti nazionali, sono trascorsi anche più di otto anni, mentre quelli di secondo livello, aziendali e/o territoriali, sono scarsamente praticati, al punto che coprono solo tra il 25% e il 28% delle lavoratrici e dei lavoratori delle imprese private. Né aiuta la mancanza di un provvedimento legislativo che azzeri l’aliquota sulla detassazione dei premi di produttività, così come abbiamo ripetutamente richiesto al Governo”.
Nell’ambito di questa proposta di riforma del sistema contrattuale, la Uil inserisce altre rivendicazioni: “Per porre un freno al proliferare dei contratti pirata – ha sottolineato Bocchi – serve una legge di sostegno al testo unico sulla rappresentanza, prevedendo anche l’estensione dell’obbligo della elezione delle Rsu nelle realtà in cui vi siano almeno 5 lavoratori. Conseguentemente, occorre attuare l’articolo 39 della Costituzione, in modo che i contratti stipulati abbiano efficacia erga omnes. Resta, poi, la nostra assoluta contrarietà alle gabbie salariali, mentre condividiamo l’introduzione di un salario minimo che assuma a riferimento i minimi contrattuali dei contratti firmati dalle Associazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative. Infine – ha concluso Bocchi – si deve rendere effettiva la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alle strategie di impresa, ma non attraverso la presenza nei Consigli di amministrazione né con la partecipazione agli utili e all’azionariato”.
Un focus è stato dedicato all’Archivio Digit@UIL, curato dal Servizio Politiche contrattuali della Uil e che ha selezionato più di 700 contratti di secondo livello e oltre 1000 accordi aziendali e 4000 clausole aziendali. Il motore di ricerca consente un monitoraggio diffuso e capillare. Grazie a questo sistema digitale, ad esempio, è stato possibile verificare che tra le tematiche maggiormente presenti negli accordi ci sono il welfare (27,13%), il salario di produttività (10,47%), le relazioni industriali (15,44%), e l’organizzazione del lavoro (19,94%).
Roma, 8 maggio 2024
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