Biondo: “Ssn al capolinea anche nei prossimi anni”

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12.04.2024

Il Governo, ancora una volta, tradisce le attese dei cittadini italiani e prosegue nella sua azione di smantellamento della sanità pubblica. Mentre non si riesce a porre un freno all’uso scriteriato dei gettonisti, non si supera il precariato, non si danno certezze alle tante professioniste e ai tanti professionisti che stanno sopportando sulle proprie spalle il peso del Servizio sanitario nazionale e non ci sono impegni sul potenziamento della medicina territoriale, contestualmente, si vara un Documento di economia e finanza che assesta l’ennesimo colpo mortale al Ssn.

Il Def è per la Uil la desolante conferma della scelta di questo Governo di non voler rilanciare il Sistema Sanitario Pubblico e di voler continuare a colpire le fasce più deboli della popolazione, millantando una crescita irrealizzabile, lasciando un debito e un deficit ingestibile.

Nel triennio 2025-2027, si prevede una crescita della spesa sanitaria a un tasso medio annuo del 2 per cento, mentre, nel medesimo arco temporale, il Pil nominale dovrebbe crescere in media del 3,1 per cento: un incremento che si attesta a tre decimi in meno della “soglia di sopravvivenza” dei servizi sanitari fissata dall’ Ocse.

Valutazioni e magie quelle proposte in questo Def, con la completa assenza di qualsiasi previsione esplicita di investimento forte sui due “assi fondanti” del nostro Sistema salute: Personale e Territorio.

Quanto proposto dal Governo, poi, non risolve i problemi salariali di medici, infermieri e personale sociosanitario e degli operatori del Terzo settore.

Inoltre, non vi è alcun riferimento all’eliminazione del tetto di spesa per il personale sanitario, a cui si è aggiunto il crescente ricorso ai contratti a termine e il devastante fenomeno dei cosiddetti medici gettonisti.

Allo stesso tempo, infine, per la Uil appare necessario e non più procrastinabile stanziare risorse e rinnovare i contratti per fermare l’emorragia di medici e infermieri che si dovrebbero ridurre, rispettivamente, di circa 52.000 e 75.000 unità.

Roma, 12 aprile 2024

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