Beko: no a un piano con chiusure o licenziamenti! Fondamentale un vero piano industriale

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19.11.2024

Le ultime mosse di Beko, dopo l’acquisizione di Whirlpool Europa, hanno il sapore amaro delle chiusure. Il 7 novembre scorso presso il Mimit, la Direzione aziendale ha dichiarato di attraversare una situazione di grave crisi, di volersi concentrare in Italia sul settore della cottura e di volervi allocare il centro di eccellenza del design. Queste affermazioni, benché non siano state seguite da un piano industriale concreto, provocano inevitabilmente il timore che a contrario si voglia chiudere gli stabilimenti e le funzioni di staff dedicati ai settori del freddo e del lavaggio.

Come Uilm siamo consapevoli dello stato di oggettiva difficoltà che attraversa l’industria dell’elettrodomestico in Italia e in Europa, ma chiediamo a Beko e al Governo di discutere un piano di rilancio.

Sciopero di quattro ore

Il coordinamento Beko di Fim, Fiom, Uilm, lo scorso 8 novembre, ha proclamato quattro ore di sciopero nazionale, per opporsi a qualsiasi ipotesi di chiusura o di licenziamento da effettuarsi entro il 20 novembre.

Al prossimo incontro presso il Mimit, previsto per domani, ci aspettiamo un vero piano industriale e offriremo la nostra disponibilità a discutere solo a condizione che si escludano chiusure di stabilimenti e licenziamenti unilaterali.

Al Governo continueremo a chiedere un tavolo di settore, che abbia l’obiettivo di restituire competitività a un comparto che, in mancanza di politiche industriali, soccomberà sotto i colpi della concorrenza internazionale.

Il Governo ha ribadito la volontà di esercitare la golden power, ma a nostro avviso lo ha fatto in modo assai generico, che si presta ad interpretazioni differenti.

Le chiusure il Polonia e Gran Bretagna

A supporto delle nostre tesi, non possiamo dimenticare che il 5 settembre Beko annunciava la chiusura di due impianti ex Whirlpool in Polonia che producono frigoriferi, asciugatrici, forni e piani cottura a libera istallazione e che attualmente offrono occupazione a 1.800 lavoratori. Questo annuncio seguiva quello di luglio, in cui era stato uno stabilimento di asciugatrici situato in Gran Bretagna ad essere colpito dalla medesima decisione.

Purtroppo, le scelte di Beko sono tristemente coerenti con il quadro a tinte fosche che era stato fatto dalla Direzione aziendale al Mimit del 25 giugno scorso, in quello che era il primo incontro sindacale dopo la acquisizione di Whirlpool EMEA avvenuta il 1° aprile 2024.

Il settore degli elettrodomestici veniva tratteggiato come stretto in una morsa, fra un perdurante calo delle vendite e un significativo aumento dei costi di produzione. A ciò si aggiunge una concorrenza asiatica sempre più agguerrita, in grado di sottrarre quote di mercato ai costruttori europei, nonché una previsione di crescita assai modesta della domanda di mercato per i prossimi cinque anni.

In altri termini, Beko ha confermato il quadro desolante del settore degli elettrodomestici, che aveva spinto il colosso americano Whirlpool a cedere tutte le sue attività europee, con una decisone senza precedenti presa nel 2022 subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.

Oggi che si stanno ridisegnando le catene globali di produzione è il momento decisivo per difendere la nostra industria, fonte insostituibile di ricchezza in un Paese trasformatore come l’Italia povero di materie prime, ma ricco di gusto e di inventiva.

Ufficio Comunicazione UILM

 

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