ANCORA NESSUNA RISPOSTA CONCRETA SULLE PENSIONI

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20.07.2023

Ad oggi, lo stato dell’arte della trattativa governo – parti sociali sulle pensioni è decisamente insoddisfacente. Ad un primo incontro con il ministro del lavoro, avvenuto lo scorso 26 giugno, ne è seguito un altro con i rappresentanti dell’Osservatorio sulla previdenza l’11 luglio scorso e ne seguiranno altri tre nel corso delle prossime settimane.

Se già durante il primo confronto non erano state date delle risposte in grado di soddisfarci e, soprattutto, di soddisfare le necessità e le esigenze di migliaia di lavoratori e di lavoratrici, nell’incontro dell’11 luglio le cose non sono andate meglio.

La pensione di garanzia per i giovani

Nello specifico, il tema trattato era quello relativo alla pensione di garanzia per i giovani; uno strumento quanto mai essenziale data la grave situazione di precarietà lavorativa e di bassi salari che è decisamente peggiorata negli ultimi anni. Ma, ancora una volta, il governo non ha saputo dare delle risposte chiare e precise sulle misure da prendere, nonostante la piattaforma con le proposte previdenziali delle parti sociali sia già nota da tempo.

È una situazione che, come UIL, non possiamo accettare. Le giovani generazioni sono il nostro futuro; ma quale futuro possiamo noi garantire a loro? È inconcepibile che, dopo aver lavorato una vita ed aver finanziato il nostro sistema di sicurezza sociale con i propri contributi, non si abbia alcuna certezza del proprio futuro pensionistico. Ed è per questo che la UIL continuerà a battersi per una pensione di garanzia che valorizzi, dal punto di vista previdenziale, i periodi di disoccupazione e di formazione e che garantisca ai ragazzi di oggi una pensione dignitosa dopo l’uscita dal mondo del lavoro.

Riallinearci alla media europea

Così come porteremo avanti le altre nostre proposte nei successivi tavoli; a partire dalla necessità di prevedere una flessibilità diffusa di accesso alla pensione intorno ai 62 anni, in modo da riallinearci alla media europea. Occorre superare i dogmi della legge Fornero, che non tengono conto del periodo che il mondo del lavoro sta attraversando. In Germania vanno in pensione a 64 anni, mentre in Francia, dopo la recente riforma, si andrà in pensione a 64 anni a regime soltanto nel 2030.

Bisogna tutelare le lavoratrici e, più in generale, tutte le donne, che rappresentano un pilastro del nostro sistema di welfare. A tal fine, è necessario ripristinare i requisiti della misura Opzione donna, così come definiti prima dell’ultima legge di bilancio, e valorizzare dal punto di vista previdenziale il fondamentale lavoro di cura da esse svolto, anche se non coincidente con periodi di lavoro.

Infine, è necessario riaccendere i riflettori sulla previdenza complementare, attraverso la previsione di un nuovo semestre di silenzio assenso ed una massiccia campagna di informazione istituzionale che dia risalto ad uno strumento indispensabile per fronteggiare il calo degli assegni pensionistici nei prossimi anni.

Servizio Fisco e Previdenza UIL

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