Amianto: non solo un problema sanitario, ma anche ambientale e sociale
09.05.2022
Sono trascorsi ben 30 anni da quando l’Italia, con la Legge n. 257/92, ha previsto la cessazione dell’impiego dell’amianto sull’intero territorio nazionale, vietando l’estrazione, l’importazione, il commercio e l’esportazione di tutti i materiali contenenti questo pericoloso minerale. Nonostante l’approvazione di questa importante legge, ad oggi, questa fibra killer continua ancora ad uccidere. Si registrano infatti circa 3000 decessi ogni anno, di cui oltre 1.600 sono i soli casi di mesotelioma e, rispetto a questi dati, è previsto un picco proprio in questi anni. Per chiarezza, il mesotelioma è un tumore aggressivo dell’apparato respiratorio strettamente connesso all’inalazione della famigerata fibra killer.
AMIANTO: SULLE SPALLE DEL NOSTRO PAESE GRAVANO ANCHE I RITARDI LEGATI ALLA BONIFICA E ALLO SMALTIMENTO
A gravare sulle spalle del nostro Paese anche i ritardi legati alla bonifica e allo smaltimento dell’asbesto, obbligatori per legge. Così come le attività di censimento e mappatura, che procedono a rilento, insieme alle campagne di informazione e sensibilizzazione. Infatti, un altro dato allarmante è legato proprio al problema ambientale. Allo stato attuale, sono stimati circa 30 milioni di tonnellate di materiali contenente amianto e si tratta peraltro di un dato approssimativo, considerando che i Piani Regionali Amianto (obbligatori per legge dal 1992) ancora non sono stati approvati in tutte le Regioni.
Solo completando il censimento a livello nazionale sarà possibile avere un quadro perspicuo e completo delle priorità per gli interventi di bonifica e di risanamento. Ad oggi sono molto scarsi, così come la mancanza di impianti di smaltimento. In Italia, infatti, il numero totale delle discariche operative che eliminano rifiuti contenenti amianto, nell’anno 2019, risulta essere pari a 19 e la maggior parte è localizzata al Nord. Visti i numeri esigui delle discariche oggi presenti, si rende necessaria ed urgente un’implementazione del sistema impiantistico per garantire il fabbisogno necessario all’eliminazione di questi rifiuti speciali.
UN’EMERGENZA DI NATURA SANITARIA, SOCIALE ED AMBIENTALE
Questi ritardi generano anche un fenomeno di allocazione all’estero dei processi di smaltimento. I quantitativi esportati nell’anno 2019 sono nel loro complesso pari a circa 28 mila tonnellate – principalmente in Germania – con una procedura non più sostenibile che impone di provvedere a omogeneizzare l’impiantistica su tutto il territorio nazionale. Ciò prevedendo non solo le discariche di smaltimento, ma anche impianti con tecnologie innovative e certificate di inertizzazione. Se vogliamo superare questa emergenza non soltanto di natura sanitaria, ma anche sociale ed ambientale, serve un lavoro sinergico da parte di tutti gli stakeholder. Ciò a partire dal Governo e dalle Regioni, dimostrando con atti concreti che la definitiva messa al bando dell’amianto è un obiettivo comune. Finora, purtroppo, non è stato così e gli effetti sono tristemente sotto l’occhio di tutti.
Di Antonio Ceglia
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