AMAZON ENTRA NEL MERCATO SANITARIO, MA LA SALUTE NON È IN VENDITA
30.07.2022
La sanità pubblica è in affanno
Non è una novità che i sistemi sanitari di tutto il mondo siano in affanno. Il mantenimento di alti livelli di assistenza è messo a dura prova dall’aumento degli anziani, dalla crescita della domanda e dal taglio dei finanziamenti pubblici.
Dove non arriva lo Stato, arriva Amazon.
E tra queste profonde crepe dei sistemi sanitari, Amazon ha fiutato un’occasione di profitto. Così ha acquistato One Medical, una società statunitense di cure primarie e di assistenza medica digitale, formata da oltre 150 cliniche negli States e che offre benefit sanitari a più di 8.000 aziende. È stata un’operazione di ben 3,9 miliardi di dollari, rigorosamente in contanti, che fa parte di un progetto di lungo periodo.
Lo ha illustrato alla stampa il vicepresidente di Amazon Health Services Neil Linsday: “Riteniamo che l’assistenza sanitaria sia in cima alla lista delle esperienze che hanno bisogno di essere reinventate”. E ancora “Amiamo inventare per rendere più facile ciò che dovrebbe essere facile e vogliamo essere una delle aziende che contribuirà a migliorare notevolmente l’esperienza sanitaria nei prossimi anni.”
Questa mossa ha confermato una diffusa tendenza delle big tech, come anche Google, Apple e Microsoft per il settore della sanità. Infatti, il gigante della vendita al dettaglio lavorava da tempo al suo ingresso nel mercato sanitario. Dopo aver mosso i primi passi con i farmaci da prescrizione, ha investito nello sviluppo dell’intelligenza artificiale per l’analisi delle cartelle cliniche, fino a produrre delle app per gestire il diabete.
Tra impegno sociale, profitto e protezione dei dati.
Al di là degli annunci formali di impegno sociale, il colosso di Bezos è certamente motivato dalle enormi prospettive di guadagno. Il mercato mondiale della sanità vale oltre 313 miliardi di dollari ed è una delle principali voci della spesa pubblica di molti paesi. Ad esempio, negli U.S.A si consuma il 17% del PIL, in Francia e Germania circa l’11 e nel Regno Unito il 10 %.
Questi inevitabili interessi di profitto, però, sono destinati a scontrarsi con i principi fondanti dei SSN. Se la salute è un diritto di tutti, sarebbe difficile giustificare la sua sottomissione alle logiche di mercato. Non a caso, molti analisti temono che i fautori politici del libero mercato possano puntare al risparmio delle finanze pubbliche, tagliando le risorse per la sanità e lasciando colmare il divario alle grandi società private.
Non sono preoccupanti solo i rischi per la salvaguardia della salute pubblica. C’è anche il delicato tema della protezione dei dati. Amazon ha promesso che i comandi vocali dei pazienti inglesi che hanno richiesto ad Alexa un consiglio sulla loro salute, sono stati crittografati. Ma in realtà sono in molti a pretendere maggiori dettagli su come queste informazioni sensibili siano protette. Addirittura, secondo alcuni esperti, per quanto le aziende si sforzino di tutelare la privacy dei propri clienti, in futuro sarà semplicemente impossibile farlo. Chiaramente sul piano della salute, i danni di eventuali violazioni della privacy sarebbero irreparabili.
Perciò per quanto migliorare il servizio sanitario è cosa buona e giusta, è sempre bene chiedersi a che prezzo e se tutti possono permetterselo.
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