I dati allarmanti sul consumo dell’alcol da parte dei giovani

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27.06.2024

In occasione della giornata “Alcohol Prevention Day (APD) 2024” dell’ultimo 18 aprile, l’OMS ha chiesto ai governi un rinnovato sforzo per incrementare i livelli di consapevolezza sui rischi legati al bere, nell’evidenza che non esistono livelli sicuri per la salute quando parliamo di consumo di alcol, in particolare nell’ottica della lotta al cancro. È per questo che la Risoluzione del Parlamento Europeo Beating Cancer Plan chiede una strategia “alcol zero” per i minori, regolamentazione di pubblicità e sponsorizzazione e informazioni in etichetta. L’OMS, inoltre, richiede anche la diminuzione del marketing e della disponibilità fisica ed economica di tutte le bevande alcoliche, tramite tassazione e politica dei prezzi a livello comunitario.

In Europa si registra la più alta percentuale di bevitori e il più alto consumo di alcol nel mondo. Una condizione che determina quasi un milione di morti ogni anno e che è la causa di un decesso su quattro nella fascia di età compresa tra i 20 e i 24 anni.

Dai dati forniti, in questa occasione, dall’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) riferiti al 2022, si evidenzia che circa 1 milione e 310.000 ragazzi e ragazze, di età compresa fra gli 11 e i 24 anni, di cui 660.000 sono minori, hanno consumato alcol secondo modalità a rischio per la loro salute. Emerge anche un preoccupante aumento di abuso di alcol da parte delle ragazze che rappresentano il 13,3% del totale a fronte del 18,9% dei loro coetanei. Un dato allarmante sul quale bisogna fare più di un ragionamento.

I rischi per la salute, le malattie correlate, la prevenzione e la consapevolezza

L’alcol è uno dei principali fattori di rischio di malattia, disabilità e mortalità prematura in Italia, in Europa, nel mondo. Agisce su molte funzioni cerebrali (percezione, attenzione, elaborazione, valutazione, ecc.), con effetti diversi e strettamente correlati alle concentrazioni di alcol nel sangue, allo stato fisico, al sesso della persona e alla sua età, ma è anche correlato ad altri gravi eventi come gli incidenti stradali, i suicidi e gli omicidi.

Rappresenta la prima sostanza induttrice di dipendenza con alto impatto sociale, connotandosi come tossica, cancerogena, calorica, e spesso associata ad altre dipendenze da sostanze e da comportamenti.

Tra gli 11 e i 24 anni, è l’età in cui il cervello deve ancora maturare la corteccia prefrontale e la capacità cognitiva razionale, che, se interferita con l’uso di alcol, può subire danni irreversibili alle sue funzioni.

Per le donne, in particolare per le minorenni, avendo una massa corporea inferiore e una concentrazione minore di acqua nel corpo, la loro capacità di metabolizzare l’alcol a parità di consumo è inferiore a quella degli uomini, determinando quindi un livello di alcol nel sangue più elevato che sottopone alla stimolazione dei già elevati livelli ormonali di estrogeni, con il conseguente rischio di sviluppare il cancro al seno.

Dai dati si configura una platea di pazienti giovani e minorenni affetti da Disturbo da Uso di Alcol “in necessità di trattamento”, che è garantito solo all’8,2% degli osservati, rispetto al 91,8 % degli attesi che non è intercettato e non ha accesso ad alcuna forma, pur richiesta e urgente, di trattamento.

Sempre secondo i dati forniti dall’ISS, nell’anno 2022, sono stati 4.110 i minori che si sono rivolti al Pronto Soccorso per una condizione patologica attribuibile all’alcol, rappresentando circa il 4%; dei 104.000 binge drinker al di sotto dell’età minima legale di 18 anni che è atteso si rivolgano correttamente a competenze mediche per la disintossicazione dall’alcol.

Il 74% degli accessi ai PS esita direttamente al domicilio dopo trattamento della fase acuta, in perdurante assenza di protocolli d’invio a ulteriori competenze per valutazioni di merito o interventi di eventuale counselling e sensibilizzazione sull’opportunità di riduzione/astensione dal bere.

Questo rappresenta un primo problema poiché non solo, le nostre strutture del Servizio Sanitario Nazionale versano in condizioni assistive al collasso per un sottofinanziamento cronico, per la carenza di personale e per la scarsa offerta dei servizi sul territorio, ma anche perché negli anni si è polverizzato quel sistema di welfare sociale, compreso il sistema scolastico e di istruzione, ritenuto troppo costoso e responsabile del debito dello Stato, con la conseguente ed ulteriore marginalizzazione dei giovani e dei gruppi più vulnerabili.

Non bastano solo le campagne al consumo responsabile

Pertanto, seppure indispensabili, non bastano solo le campagne al consumo responsabile, ma occorre andare a fondo per comprendere le cause multi-relazionali che portano a comportamenti distruttivi dei più giovani e comprendere meglio le loro sofferenze e il loro disagio.

Così come non va ricondotto al solo fallace intervento del divieto di somministrazione e vendita di bevande alcoliche dei minorenni per  contrastare  l’avvicinamento al consumo di alcol o all’abbuffate del binge drinking, ma è necessario anche di interrogarci sui moventi che inducono i giovani ad abbandonarsi a comportamenti devianti di autodistruzione nel cui “ombrello” ricadono tutte le trappole attrattive, dal consumo di alcol, all’uso di droghe e al gioco d’azzardo e che, secondo recenti studi,  vengono sempre più spesso utilizzati come anestetici per supportare il disagio e non come comportamenti trasgressivi.

Secondo l’European framework for action on alcohol 2022–2025 dell’OMS, per il raggiungimento dell’obiettivo di una riduzione del 10% di consumo dannoso di alcol pro-capite entro il 2025 (dal valore di base del 2010) e dei SDG (3.4 e 3.5), sei sono le azioni indicate come prioritarie per la riduzione dell’impatto rischioso e dannoso dell’alcol: politiche sui prezzi, riduzione della disponibilità di bevande alcoliche, regolamentazione del marketing dell’alcol, l’uso di informazioni sulla salute nelle etichette delle bevande, un’attiva risposta dei servizi sanitari e il sostegno ad azioni comunitarie.

Azioni indispensabili che devono essere integrate nel nuovo Piano Nazionale Alcol e Salute in attuazione delle nuove strategie europee (2022-2030) e ricompresi negli obiettivi nel Piano Nazionale di Prevenzione, anche alla luce della Risoluzione del Parlamento Europeo che lancia l’EU Beating Cancer Plan nel quale si accoglie con favore l’obiettivo della Commissione di ridurre di almeno il 10 % il consumo dannoso di alcol entro il 2025. È indispensabile aumentare la consapevolezza dei rischi e dei danni causati dall’alcol all’individuo, alle famiglie e ai bambini attraverso il supporto della società e i servizi specialistici disponibili. Inoltre, è fondamentale garantire la fornitura di programmi di informazione per le scuole, le comunità e i luoghi di lavoro che non prevedano alcun coinvolgimento o interferenza da parte di operatori del mercato della produzione e commercio di alcolici.

Obiettivi che si possono estendere a tutte le trappole attrattive di cui parlavamo sopra, ma a nostro parere è essenziale interrogarci sulle loro sofferenze e ragionare sulle strategie di prevenzione, supporto e consapevolezza del vivere in salute da concretizzare. Coltivare le speranze, le ambizioni e la partecipazione dei giovani è fondamentale per arginare lo scoraggiamento verso una società e un’umanità che sembra non avere più speranza.

Puntare sulla qualità dei sevizi per garantire una efficace protezione sociale

Occorre quindi ripartire sì, dalla scuola e dai servizi sul territorio, ma è la qualità che farà la differenza e che garantirà la protezione sociale.

Il PNRR ha tracciato la strada per ricondurre i paesi ad un sistema sociale solido in grado di contenere le crisi e sostenere i gruppi più vulnerabili e le famiglie, su questa traccia dobbiamo continuare a camminare senza alcun sbilanciamento a cui assistiamo che tengono fuori proprio i giovani dal contesto di ri-costruzione.

In ultimo ma fondamentale è l’assunzione di responsabilità di tutti gli adulti che, in quanto tali, hanno il dovere di prendersi cura, sostenere e accompagnare le nuove generazioni senza ostacolarli nella costruzione di una società equa, più libera, democratica e partecipativa.

Se tiriamo per le T-shirt i nostri ragazzi nella retorica della propaganda a seconda dell’aria che tira, e nello stesso tempo, li priviamo dei luoghi di aggregazione culturali, di ascolto, di gioco e creatività per esprimersi, valutare e partecipare e li affidiamo “soli” alla logica di mercato e del profitto, ci troveremo a percorrere la strada più semplice della colpevolizzazione dei ragazzi e delle loro famiglie, a trovare soluzioni sanitarie per curare, norme di ordine pubblico più restrittive per punire, pagando così, un prezzo sociale altissimo.

*Fonte: Istituto Superiore di Sanità

Servizio Politiche Sociali e Welfare, Sanità, Mezzogiorno, Immigrazione

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