5 dicembre 1963. Nasce il primo centro-sinistra. L’Avanti! titola: “Da oggi ognuno è più libero”
05.12.2023
Il 5 dicembre 1963 giurano sulla Costituzione i ministri del I governo Moro: si concretizza il centro-sinistra “organico” al culmine di una lunga ed estenuante fase di trattative tra il Psi e la Dc.
Fanno parte della coalizione anche due partiti minori: il Pri e il Psdi.
I socialisti assumono diversi dicasteri rilevanti: Nenni la vicepresidenza, Giolitti il Bilancio, Pieraccini i Lavori Pubblici, Mancini la Sanità, Corona il Turismo e Arnaudi la Ricerca scientifica.
Il giorno seguente l’Avanti! esce con un titolo molto evocativo: «Da oggi ognuno è più libero». La svolta progressista chiude le porte alle spinte reazionarie del Paese. Comincia, dunque, una stagione carica di aspettative, soprattutto per i socialisti guidati da Nenni che hanno deciso di dare corso all’alleanza con le forze politiche del mondo cattolico con «l’esigenza storica» di modernizzare il paese, di applicare la Costituzione e di «attutire gli effetti dell’impetuoso sviluppo economico che non solo non ha attenuato, ma che anzi ha esasperato gli squilibri strutturali del sistema capitalistico italiano». L’avvicinamento tra le due forze politiche, come è noto, è cominciato qualche anno prima, quando Pietro Nenni, durante il congresso di Torino del 1955, avanza «l’urgenza di risolvere il problema con le masse cattoliche sul terreno della collaborazione democratica».
Attento al cambio di passo dei socialisti italiani, il governo degli Stati Uniti guarda con interesse alla rottura del patto d’unità d’azione Psi-Pci e alla riunificazione socialista – che si concretizzerà nel 1966 – in quanto fornisce, come emerge da alcuni documenti desecretati della CIA, «una valida opposizione all’egemonia democristiana e pone un’ampia base per le riforme economiche e sociali in Italia». Al centro del programma di governo importanti e ambiziose riforme a forte vocazione sociale.
Cambia anche il modo di governare e risulta decisivo e proficuo il dialogo con le organizzazioni sindacali. Nonostante le difficoltà e gli ostracismi delle aree più conservatrici del tessuto politico ed economico del Paese e alcune riforme rimaste incompiute, il bilancio può essere definito positivo, come ampiamente affermato da molti storici. Anzi, non è azzardato affermare che l’azione dei governi di centro-sinistra negli anni ’60, grazie alla determinazione di Nenni e di Moro, contribuisce a cambiare il volto del nostro Paese, soprattutto nell’ambito della cultura, della scolarizzazione di massa e dei diritti e delle tutele dei lavoratori.
Molto importante, a tal proposito, la legge sui licenziamenti individuali del 1966, che apre la strada allo Statuto dei lavoratori approvato quattro anni dopo.
Fondazione Nenni
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