34 anni fa moriva Enzo Tortora

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19.05.2022

“Io sono innocente, spero lo siate anche voi”. Esattamente 34 anni fa moriva Enzo Tortora, uno dei protagonisti della storia della televisione italiana. Fu accusato di innumerevoli crimini, tra cui appartenere alla camorra ed essere nel giro della droga. Giornali, tv, ovunque si parlava di lui come di una persona orribile. Sia dal punto di vista mediatico che giudiziario è stato vittima, ingiustamente, di un processo durato oltre 5 anni.
La sua storia lo ha reso oggi l’emblema delle vittime della malagiustizia in Italia.

Ricordarlo in questo giorno è un dovere per la UIL, un sindacato laico e riformista. Enzo Tortora nella sua storia tracciata a tinte fosche è stato vittima della perdita di un diritto fondamentale, come quello ad avere un equo processo. E la giustizia non può fallire mai, come è stato in questo caso.
Oggi, in occasione del suo anniversario, vogliamo ricordare che il 12 giugno siamo tutti chiamati alle urne per votare il referendum sulla giustizia.

Vediamo brevemente i quesiti del referendum

Separazione delle funzioni dei magistrati
Il quesito prevede la separazione delle carriere di Pubblico Ministero e Giudice, oggi permesso per un limite di quattro volte.

Abrogazione Legge Severino
La cosiddetta Legge Severino (D. Lgs. 235 del 2012) ha introdotto la decadenza e l’incandidabilità dei condannati in via definitiva, a più di due anni di carcere, per chiunque si sia macchiato di reati gravi contro la Pubblica Amministrazione. La Legge ha introdotto anche un regime rigoroso per eletti e amministratori locali, non eleggibili o decaduti se condannati in primo grado.

Limitazione del potere di disporre misure cautelari
Il quesito elimina la reiterazione del reato come presupposto per l’emanazione di una misura cautelare.

Riforma norma elezioni al CSM
Il referendum chiede di togliere il limite di firme (dalle 25 alle 50) attualmente necessarie per poter avanzare una candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura.

Valutazione operato dei magistrati
Il quesito estende la possibilità anche ad avvocati e professori universitari, membri dei consigli giudiziari, di esprimere valutazioni sull’operato di un giudice.

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