118: dipendenti sfruttati e minacciati

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27.03.2023

Lavoro

Lavoratori del 118 minacciati e sfruttati, soprattutto durante l’emergenza Covid. Ma anche obbligati a prestare servizio in ambulanze non sicure. Per esempio, senza un impianto di climatizzazione, necessario per evitare il contagio, e senza estintori da usare in caso di incendio.

A scoprire le numerose contestazioni e le ipotesi di reato i carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Siracusa che, sotto il coordinamento della procura aretusea, hanno eseguito una misura di controllo giudiziario nei confronti della società Seus Scpa, l’azienda che ha in gestione i servizi pubblici di assistenza e del pronto intervento del 118 in Sicilia a capitale interamente pubblico.

Per l’accusa, il disegno criminoso sarebbe stato messo in pratica sfruttando e intimidendo i dipendenti. E in particolare tra agosto 2020 e dicembre 2021, la società avrebbe impiegato gli autisti soccorritori, circa 180 dipendenti solo nella provincia di Siracusa, sottoponendoli – secondo quanto si legge nel provvedimento – “a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno”. Gli operatori sarebbero stati anche intimiditi “con la contestazione strumentale di illeciti disciplinari in occasione delle segnalazioni di guasti alle ambulanze” e minacciati con ipotetici trasferimenti presso sedi di lavoro disagevoli.

Sotto indagine sono finiti due dirigenti con l’accusa di sfruttamento dei lavoratori e la rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. In qualche caso, sostengono i carabinieri, i dipendenti sarebbero stati minacciati di ritorsioni, trasferimenti e provvedimenti disciplinari.

Ufficio Comunicazione Uil Sicilia