MUORE UN ALTRO CLOCHARD A ROMA. SERVONO PIU’ INFRASTRUTTURE SOCIALI.

2' di lettura
Mi piace!
0%
Sono perplesso
0%
È triste
0%
Mi fa arrabbiare
0%
È fantastico!!!
0%

10.12.2021

Vivono ai confini del mondo. Alcuni per scelta, altri per condizione. Sono i clochard, invisibili, di cui si parla sempre troppo poco. E spesso, solo quando sono protagonisti di tragedie lontanissime dal nostro modo di vivere e di pensare.

Muoiono di freddo. Di fame. Di violenze. Proprio ieri a Roma, un giovane clochard è stato trovato privo di vita, nei pressi della stazione Termini. Probabilmente, ucciso dal freddo. Solo 10 giorni fa, un altro senzatetto è deceduto, sempre tra le strade della Capitale.

L’allarme per chi come lui ha la strada come casa, si accende sempre di inverno, quando le temperature calano, la pioggia insiste.

Senza casa, senza cure, senza cibo o con pochissime possibilità di nutrirsi. Li chiamiamo invisibili, ma finiamo per riconoscere i loro volti come familiari.

Sviluppare una rete di assistenza verso queste persone che vivono un oggettivo stato di indigenza e difficoltà è un obiettivo importante per la società. Diverse associazioni di volontariato operano per garantire loro un pasto caldo, un posto per scaldarsi, ma non è sufficiente.

Quello che servirebbe, realmente, è un cambio culturale nella percezione di chi è ultimo. La solidarietà e la coesione sociale sono valori da cui non distaccarsi. E non è solo un problema culturale, ma anche di infrastrutture sociali.

Costruire una prospettiva diversa per il nostro Paese si può. Oltre le indifferenze, con il coraggio di saper guardare tutte quelle situazioni di forte disagio che, in silenzio, chiedono attenzione. Le risorse ci sono ed è importante e necessario che si orientino nel modo giusto. Per non rischiare di perdere l’occasione di cambiare davvero le cose.

La mancanza di luoghi e spazi dignitosi per l’accoglienza che garantiscano i bisogni primari come il cibo, la cura della persona, l’assistenza sanitaria è un problema che tutti dobbiamo porci.

È la linea sottile che trasforma la società da cinica a inclusiva. Per non lasciare indietro nessuno.

 

 

Articoli Correlati