ZERO MORTI SUL LAVORO, il nostro obiettivo, la nostra missione
04.02.2020
Azzerare le morti sul lavoro è un obiettivo importante, non impossibile.
Dietro ad ogni morte, c’è una persona, c’è una famiglia, c’è una comunità che ne viene colpita. C’è il mondo del lavoro che viene meno ad un suo compito primario: quello del benessere e della creazione di ricchezza in modo rispettoso delle persone, dell’ambiente e della sostenibilità sociale.
Ma quando noi diciamo “zero morti sul lavoro”, non dimentichiamo nemmeno che ogni anno sono decine di migliaia le vittime del lavoro che restano colpite nel fisico a seguito di infortuni o minati da una malattia professionale.
Occuparsi della salute nei luoghi di lavoro è una battaglia storica del Sindacato e, pertanto, nel momento stesso in cui la intraprendiamo dobbiamo riscoprire e coniugare con un linguaggio nuovo, adatto ai tempi nuovi, quelle che sono le modalità di azione del sindacato.
Il Sindacato contratta: in tutti gli accordi aziendali e nei contratti collettivi nazionali di lavoro, molta attenzione viene posta al tema della sicurezza, che è sempre una delle prime rivendicazioni da parte delle Organizzazioni Sindacali sin da quando la piattaforma viene definita. E, così come il Sindacato pretende il “rispetto integrale” dei contratti di lavoro, una volta scritte queste previsioni e raggiunti accordi specifici in materia di salute e sicurezza, questi vanno resi agibili e agiti.
Il Sindacato studia: le migliori elaborazioni in materia di sicurezza sul lavoro derivano proprio dalla capacità del sindacato di connettersi con il mondo della medicina, con il sistema della prevenzione, con la ricerca accademica.
Il Sindacato presidia: una fitta rete di rappresentanti dei lavoratori della sicurezza, eletti liberamente dai propri colleghi di lavoro, migliaia di rappresentanti della sicurezza nel territorio, nei comparti produttivi più polverizzati, segnano una presenza, vigilano sulle attività, prestano ascolto alle lavoratrici ed ai lavoratori e, sovente, accompagnano le aziende stesse nell’adozione di ogni strumento e di ogni processo che favorisca la prevenzione delle malattie professionali, degli infortuni e delle morti sul lavoro.
Il Sindacato denuncia: perché i danni da lavoro sono troppo spesso causati da imprenditori senza scrupoli che non osservano tutte le prescrizioni, da macchinari obsoleti e non adeguati, dalla tentazione di far prevalere la velocità, la semplicità dei processi e il profitto sul rispetto della vita, della salute e della dignità umana. Il Sindacato non tace.
Il Sindacato forma ed informa: talvolta i danni da lavoro possono essere causati da comportamenti non responsabili, leggeri o approssimativi da parte degli stessi addetti che poi subiscono il danno o da altri colleghi di lavoro. Per questo, i lavoratori hanno diritto e hanno l’obbligo della formazione in materia di sicurezza, devono essere informati del contesto in cui si trovano a lavorare, devono essere accompagnati in un processo formativo che faccia acquisire loro consapevolezza, da cui discende l’adozione di comportamenti adeguati.
Il Sindacato tutela ed assiste: perché la lavoratrice ed il lavoratore che patiscono conseguenze da infortunio o da malattie professionali, e gli stessi superstiti in caso di morte, sanno di poter contare su Servizi qualificati e gratuiti messi a disposizione dal Sindacato. Medici del lavoro, periti, legali convenzionati con il Patronato e, soprattutto, un gran numero di funzionari ed operatori del nostro ITAL sanno come verificare i fatti, presentare le richieste di indennizzo temporaneo o permanente, ottenere rendite, affrontare l’eventuale contenzioso con l’Istituto assicuratore.
Tutte queste diverse azioni il Sindacato le sa “tenere assieme”. Tutta questa serie di operatori, professionisti, esperti, delegati della sicurezza, dirigenti sindacali, sanno stare in raccordo tra di loro. Realizziamo, nel quotidiano e come prospettiva di impegno, un sistema a rete: partecipato, trasparente ed efficiente. Perché solo così si può pensare di combattere in modo efficace su un terreno, quello della sicurezza sul lavoro, dove troppo spesso la fanno da padrone l’approssimazione, l’imprudenza quando non addirittura comportamenti criminali.
Noi, nel momento in cui abbiamo scelto di avere l’obiettivo alto di “zero morti sul lavoro”, quando abbiamo scelto di dedicare a questo obiettivo addirittura la tessera sindacale – che significa appartenenza alla nostra Organizzazione – eravamo consapevoli di dover declinare le nostre azioni interne, ma anche di dover proclamare, fuori dall’Organizzazione, l’importanza di questo tema e l’assoluta esigenza di un’azione, vasta quanto risoluta.
Manifesti e spot, iniziative di dibattito sindacale e mobilitazioni in ogni angolo del Paese, interlocuzione con tutte le altre Forze sociali e con l’intera Società civile, l’impegno diretto di personalità e testimoni. Tutte azioni che devono portare ad una condivisione ampia dell’obiettivo richiamato dalla UIL.
E ognuno può fare qualcosa, tutte/i dobbiamo esser pronte/i a metterci la faccia – anche con una fotografia evocativa e che viaggi nelle reti e sui social – ci dobbiamo sentire tutte/i dalla stessa parte, animati dallo stesso spirito movimentista ma, come da tradizione sindacale, estremamente concreto nell’obiettivo e nel modo di porlo e di perseguirlo.
Perché davvero non ci sia mai più nessuno che sia costretto ad uscire di casa la mattina, senza poter far ritorno la sera nella propria dimensione affettiva, relazionale ed umana.
La vita e la sicurezza, prima di tutto.
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