Vita da rider. Più sicurezza e tutele per dare dignità al lavoro

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01.08.2022

Fino a qualche anno fa quello dei rider era considerato un cosiddetto “lavoretto”

un’attività svolta da giovani e studenti per arrotondare le proprie finanze, ma con l’avvento del covid e l’esplosione del fenomeno delle piattaforme digitali e in particolare del food delivery, questo tipo di lavoro è diventato sempre più fondamentale, rappresentando spesso un’alternativa per tutti quei lavoratori che improvvisamente si sono trovati fuori dal mondo del lavoro a causa della crisi.

La crescita di questo fenomeno ha fatto emergere le numerose criticità che questo tipo di lavoro porta con se rendendo necessarie importanti lotte sindacali per vedere riconosciuti ai rider diritti fondamentali.
Una prima vittoria è stata raggiunta con il riconoscimento da parte di alcune piattaforme di food delivery del lavoro subordinato dei rider garantendo così ai propri lavoratori un contratto più stabile e maggiori tutele tra le quali l’applicazione del contratto nazionale della logistica e dei trasporti che stipuliamo come organizzazione sindacale. Un accordo molto importante che ha anticipato la decisione dell’Unione Europea di riconoscere i lavoratori delle piattaforme come subordinati.

Le criticità di questo modello sono ancora numerose.

Una tipologia di organizzazione aziendale che funziona attraverso un’intelligenza artificiale, comporta vantaggi a livello organizzativo, ma moltissimi svantaggi in materia di sicurezza sul lavoro e di competenza territoriale. Il famoso algoritmo che dirige il lavoro, non sempre segue una logica di assegnazione del rider più vicino al ristorante, per completare la consegna nel più breve tempo possibile, spesso invece, in modo insensato, e del tutto opposto all’efficienza del servizio, vengono assegnati ordini con distanze abissali, oltre i 10 km ed in questa logica folle accade spesso di trovarsi a fine turno dall’altra parte della città, in genere anche a 20/30 km da casa.

La conseguenza di ciò oltre ai costi da sostenere per il rientro alla propria abitazione, è quello di correre dei maggiori rischi dopo turni di lavoro estenuanti, soprattutto per chi porta avanti il servizio fino alla chiusura a notte inoltrata, dove le strade vuote e senza traffico risultano ancora più insidiose. La pericolosità di queste distanze che vengono richieste si aggrava con il maltempo.

Disporre di un luogo dove ripararsi è di fondamentale importanza: per riposare durante l’attesa tra una consegna e l’altra, avere un punto di riferimento dove
sostare e incontrare i colleghi, dove potersi sedere, un posto dove sentirsi al sicuro, invece di rimanere in strada per tutto il tempo in cui si svolge il turno.
Un servizio essenziale, poi, a cui non è possibile sempre accedere, è l’utilizzo dei servizi igienici, poiché non tutti i ristoranti ne consentono l’uso.

Dare maggiori servizi corrisponde dunque a dare maggiore dignità a questo lavoro.

Gli accordi aziendali a cui lavorano i sindacati cercano di mitigare e migliorare questa situazione, ultimo in ordine di tempo è l’accordo raggiunto con justeat che oltre a prevedere aumenti salariali, ha condiviso norme che aumentano la salute e sicurezza sul lavoro, prima fra tutte l’introduzione della figura degli Rls e individuando le casistiche per la sospensione del servizio causa meteo avverso, con il mantenimento contestuale del riconoscimento economico.

Le battaglie da portare avanti per migliorare e rendere più dignitoso il lavoro dei rider sono ancora moltissime e il compito del sindacato è proprio quello di vigilare sulle zona d’ombra di questo settore che troppo spesso favoriscono episodi di sfruttamento e caporalato. Bisogna continuare a promuovere un modello che assicuri un lavoro stabile, sicuro e tutelato intervenendo anche nei confronti di quelle aziende che ad oggi applicano modelli distorti e continuano a esasperare la precarietà con applicazioni contrattuali fuori da un sano perimetro di regole del lavoro e salariali.

Servizio Comunicazione Uiltrasporti

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