VIOLENZA SULLE DONNE: I NUOVI DATI

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19.05.2023

Il 20 novembre 2019 il Ministero della Salute ha firmato un accordo con l’istituto Nazionale di Statistica (Istat) per la costruzione di una banca dati sulla violenza di genere attraverso i flussi informativi sanitari.

Sulla base di tale accordo il 5 maggio 2023 è stata presentata l’analisi che approfondisce la conoscenza delle donne vittime di violenza che si rivolgono ai servizi ospedalieri. L’analisi è stata effettuata esaminando i dati degli accessi ai Pronto Soccorso e ai ricoveri ospedalieri nel quinquennio 2017-2021. In tale studio, quindi, vengono evidenziati gli effetti che sono stati indotti dalle restrizioni imposte per contenere l’epidemia da Covid-19 (2020-2021) confrontando i dati con il periodo pre-pandemico (2017-2019).

La violenza sulle donne prima e dopo la pandemia

Negli anni 2017-2019 – periodo pre-pandemico – le donne con un accesso annuo al Pronto Soccorso con indicazione violenza sono state circa 13-14 mila e 1.300-1.400 con almeno un ricovero ordinario. Durante la pandemia (2020-2021) si è constatata una diminuzione del 25% di accessi al Pronto Soccorso e del 26% di ricoveri ospedalieri. Nel periodo pandemico gli accessi annui al Pronto Soccorso con indicazione violenza sono stati 10-11 mila e 980-1000 con almeno un ricovero ordinario. La causa di questa riduzione è da attribuire alla difficoltà di accesso ai Pronto Soccorso.

Il computo degli accessi al Pronto Soccorso con indicazione violenza per 10.000 residenti nel 2021 mostra un tasso di 4,4. La maggioranza di queste donne ha un’età fra i 18 e i 34 anni (8,8), seguite dalle donne adulte – 35 e i 49 anni – (7,2); i tassi inferiori alla media li troviamo nelle classi di età – 0-17 (minorenni) – (3,5) e per le donne che hanno un’età compresa fra i 50 e i 64 anni (3,2), il dato più basso si riscontra per la classe di età superiore ai 65 anni (0,8).

La nazionalità delle vittime

Fra gli accessi al Pronto Soccorso, durante il biennio 2020-2021, per quanto riguarda la nazionalità delle vittime si evidenzia una marcata incidenza per le donne straniere (39,2). Nel complesso il tasso delle donne italiane è stato meno della metà (16,5). La maggioranza delle donne straniere che hanno avuto accesso al Pronto Soccorso ha un’età compresa fra i 18 e i 34 anni (47,9).

Nel biennio 2020-2021 le donne straniere hanno avuto bisogno di ricoveri ordinari per violenza in misura maggiore delle donne italiane: ogni 10.000 ricoveri il 19,5 erano donne straniere a fronte di 3,3, di donne italiane. Fra le donne straniere l’incidenza maggiore è fra le donne giovani con età compresa fra i 18 e i 34 anni.

La permanenza in ospedale è maggiore per le donne italiane (6-8 giorni) rispetto alle donne straniere (5-6 giorni), in particolare dai 50 anni in poi.

La maggioranza delle donne con indicazione violenza accede al Pronto Soccorso autonomamente (61,3%). Dal 2017 si riscontra una diminuzione degli accessi al Pronto Soccorso in maniera autonoma (21,8%) in favore del ricorso al PS tramite sistema 118 (31,4%).

Le regioni più colpite d’Italia

Gli accessi al Pronto Soccorso per violenza presentano una elevata variabilità a livello regionale. Con riferimento al periodo pre-pandemico (2017-2019) l’incidenza variava: dal dato della Lombardia (10,5) al dato di Bolzano (0,3). Nel periodo post-pandemico (2020-2021) l’incidenza variava: dal dato della Lombardia (8,8) al dato della Calabria (0,3). Va da sé che anche gli accessi per ricovero variano considerevolmente nelle diverse regioni nei due diversi periodi. Nel periodo pre-pandemico (2017-2019) l’incidenza andava dalla Val d’Aosta (0,88) alla Sicilia (0,21); mentre nel periodo pandemico (2020-2021) il dato va dalla Lombardia (0,61) al Molise (0,03). Tale variabilità ha molteplici cause, fra cui le diverse sensibilità che esistono nelle diverse regioni e che alla luce dell’autonomia differenziata potrebbero acuirsi.

L’autore delle violenze nel periodo pandemico è indicato nella relazione parentale di tipo affettivo. Tale dato appare coerente. Altri studi hanno ampiamente dimostrato che in tale periodo le misure restrittive avevano considerevolmente ridotto l’esposizione a rischio da parte di autori esterni al nucleo affettivo, mentre è aumentato il rischio per le violenze intrafamiliari. In questo senso vanno letti anche i dati che riportano l’aumento dei casi di maltrattamenti durante il periodo della pandemia.

Sono dati importanti che dovrebbero servire a costruire un’azione specifica di contrasto alla violenza di genere. Purtroppo, va segnalato che il Piano Operativo del Piano Nazionale sulla violenza maschile contro le donne è oltremodo scaduto. Ciò vanifica molte azioni di contrasto e di prevenzione contro la violenza maschile.

Alessandra Menelao, Responsabile Nazionale Centri di Ascolto Mobbing e Stalking contro tutte le violenze

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