Venditore: dipendente, schiavo o imprenditore?

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12.07.2022

Se stai cercando lavoro o ultimamente ti è capitato di vedere un annuncio di ricerca, molto probabilmente avrai potuto notare che una delle professioni di cui attualmente c’è maggior richiesta in assoluto è quella del venditore.

IL MESTIERE DI VENDITORE

Il venditore è uno dei mestieri di cui il mondo del lavoro ha sempre avuto bisogno. Si tratta della figura che ha il compito di ricercare potenziali clienti per le aziende e proporre i loro prodotti. Allo stesso tempo, è il punto di riferimento con cui ci si rapporta quando si deve acquistare qualcosa. In poche parole è l’anima del commercio, quello che interconnette le persone e fa circolare l’economia.

Pur essendo una professione determinante nei processi aziendali e molto importante, è anche una di quelle più mal viste e snobbate da chi sta cercando un nuovo impiego. Questo perché a differenza di altri lavori dipendenti, è una delle professioni meno tutelate in assoluto.

POCHE TUTELE

Nella maggior parte dei casi le offerte per gli addetti alla vendita o commerciali, sono a provvigione: le aziende non offrono un impiego stipendiato, di rapporto datore di lavoro/dipendente, ma propongono un accordo di collaborazione con il potenziale venditore, che deve diventare un libero professionista, quindi aprire Partita Iva (adempiere a tutti i costi che ne comporta), ed essere retribuito in base a quanto vende.

Il 60% delle proposte di lavoro seguono questo schema, che porta beneficio solo al titolare dell’azienda, in quanto avrà una figura in più nel suo team dedicata a cercare nuovi clienti e quindi portare nuovo fatturato. Al contrario il venditore nonostante spesso gli venga fatto il lavaggio del cervello, che in questo modo anche lui sia un imprenditore, in realtà non è così perché svolge a tutti gli effetti un’attività da dipendente, senza però alcun beneficio.

Al di là della base economica sicura e garantita che per alcuni potrebbe essere un vantaggio e per altri uno svantaggio, lavorare con rapporti di questo tipo non permette di avere ferie, malattie e permessi pagati, tutti benefici che invece una qualsiasi altra mansione garantirebbe.

La figura appena descritta, riguarda maggiormente i rappresentanti o agenti per le aziende, quindi lavoratori che  sono in costante movimento per cercare di chiudere nuovi accordi e portare opportunità alle aziende che rappresentano.

E I COMMESSI?

Esiste un’altra mansione di vendita, altrettanto richiesta che è quella del commesso/a: colui/colei che assiste il cliente nell’acquisto all’interno di un punto vendita. Sebbene a differenza dell’agente di commercio sia quasi sempre assunta sotto contratto da dipendente e goda di tutti i vantaggi prima citati, spesso anche questa quando è possibile viene scartata da chi sta cercando lavoro, perché è costantemente sotto pressione da parte dei manager, per raggiungere gli obiettivi prefissati dall’azienda a qualsiasi costo, anche a rischio di rimettere la propria credibilità davanti al cliente, che nel caso non dovesse essere soddisfatto, andrà a lamentarsi proprio dall’addetto da cui è stato servito.

Nonostante nell’immaginario comune si pensi che vendere non sia una professione, o che sia facile, praticamente alla portata di tutti, non è assolutamente così. Le tutele sono minime e serve una grande tenuta psicologica e mentale da parte di chi svolge questo lavoro. Quindi a maggior ragione anche i sindacati devono stare vicino e aiutare chi fa parte di questa categoria.

 

Lorenzo Bezzi, Giovane Avanti!

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