UN ALGORITMO ANTI-EVASIONE: la svolta è vicina
16.06.2022
Un algoritmo contro gli evasori fiscali. Da luglio potrebbe diventare realtà. Secondo il Messaggero è tutto pronto: al decreto ministeriale manca solo il via libera del Garante per la privacy. Il piano sarebbe attivare un controllo incrociato di dati su conti correnti, carte di credito, registri immobiliari e mobiliari, individuando i contribuenti “a rischio evasione”. Ma per tutela della loro privacy e di altri diritti, i risultati delle analisi non porteranno automaticamente all’emanazione di atti impositivi. Effettuata la scansione preliminare, i soggetti a rischio evasione riceveranno una lettera con la richiesta di saldare il conto, prima di un eventuale verifica ufficiale. L’obiettivo è realizzare quanto promesso all’ Europa con il PNRR: aumentare l’invio delle lettere del 15%.
COME FUNZIONA?
Sul sito del Fisco si spiega che è un progetto basato su “nuove metodologie e strumenti, con la massima attenzione alla privacy e alla protezione dei dati, per prevenire e contrastare in tempi sempre più rapidi frodi IVA, utilizzi indebiti di crediti d’imposta e altre agevolazioni”.
Nello specifico il sistema è finalizzato a scandagliare i conti di due liste di contribuenti: quelli con un alto rischio di evasione e chi invece presenta uno o più rischi fiscali. In prima battuta entrambi gli elenchi saranno anonimi, usando degli pseudonimi identificativi. Solo con l’invio della lettera di sollecito del saldo o per accertamento, saranno resi noti i nomi dei contribuenti controllati.
GLI OBIETTIVI DELL’ALGORITMO
L’intero processo era stato ideato dalla stessa Agenzia delle Entrate già nel 2021, per poi ottenere l’approvazione dell’Unione Europea. La sua applicazione permetterà, finalmente, di servirsi dei miliardi di informazioni, custodite da 162 banche dati che fino ad ora non sono state sfruttate. Non a caso l’evasione in Italia ammonta a oltre 100 miliardi di euro all’anno, aggravando le iniquità nella distribuzione della pressione fiscale. Infatti, sono i cittadini adempienti che pagano lo scotto dell’economia sommersa. Perciò “scovare i furbetti” potrebbe ridare fiato alle casse dello Stato, permettendo di redistribuzione il peso fiscale in modo più equo e giusto.
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L'Appunto
di Pierpaolo Bombardieri

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