Mare Omnium: Mediterraneo spazio comune

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08.07.2022

L’otto luglio si festeggia la Giornata internazionale del Mar Mediterraneo, bene comune dell’umanità e per questo Mare Omnium, spazio comune di tutti.

Luogo di incontro fra culture diverse e snodo centrale nella storia dell’umanità, il Mediterraneo riveste per l’Europa e il nostro Paese un ruolo di primo piano. Basti pensare che questo mare copre poco meno dell’1% della superficie acquea del pianeta. Da qui, però, passa un decimo di tutto il commercio marittimo mondiale.

Data la sua costante centralità, anche in questi ultimi anni in molti si sono concentrati su questo specchio d’acqua, tanto da renderlo uno snodo essenziale per i loro traffici commerciali. Si faccia riferimento alla Cina, che nel porto greco del Pireo ha installato uno dei terminal della sua BRI (Belt and Road Initiative), ossia la nuova Via della seta. Ma anche agli Stati Uniti, i quali hanno molto interesse a mantenervi una presenza navale di rilievo.

MEDITERRANEO E DIALOGO TRA I PAESI DEL MONDO

E infatti, per un Mediterraneo prospero, serve sviluppare maggiormente canali di dialogo diplomatico fra tutti i paesi dell’area. Perché il Mediterraneo attuale, in un’era di globalizzazione, con sempre più nuove realtà geografiche emerse nel panorama mondiale, è molto diverso da quello di trenta o quaranta anni fa. Ciò, in Europa, non è sfuggito a tutti quelli che propugnano un rilancio dell’Unione del Mediterraneo, organismo fondato nel 2008 a Parigi e frutto di un progetto di dialogo multilaterale che ha di fatto le sue radici nel rafforzamento del partenariato EuroMed di Barcellona 1995. L’Unione riunisce tutti i 43 paesi in un’assise comune in un’ottica di dialogo e di risoluzione delle questioni condivise.

Non sono poche le vicende ancora aperte. Le rivendicazioni sulle ZEE (Zone Economiche Esclusive) e lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi, le problematiche relative alle quantità di microplastiche riversate e presenti nelle acque, la tragedia dei migranti, la cooperazione economica per lo sviluppo e il commercio equo e solidale, la transizione ecologica e la ricca biodiversità da tutelare, ecc. Uno spazio condiviso, insomma, presuppone dei problemi condivisi e risolvibili solo con il dialogo multilaterale.

UNIONE TRA TERRA E MARE

E non è un’idea naif: bisogna provarci. Lo scopo, come detto, è quello di promuovere il dialogo ed evitare una balcanizzazione di questo prezioso spazio marittimo, quantomai deleteria per la pace mondiale. Perché il Mar Mediterraneo, come ha fatto intendere il celebre storico francese Fernand Braudel, è unione di terra e mare, di uomini e natura.

In questo, il nostro Paese dovrebbe essere meno timido e incoraggiare un dialogo euro-mediterraneo condiviso. Si parla tanto e giustamente di democratizzazione nella gestione di problematiche cruciali per il futuro dell’umanità. È giunta l’ora di rilanciare un serio dialogo comune per il Mediterraneo e gettare il cuore oltre l’ostacolo per risolvere insieme questi problemi.

 

Francesco Valdambrini, Giovane Avanti!

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