Lavoro, donne e giovani: nessuna buona notizia

2' di lettura
Mi piace!
100%
Sono perplesso
0%
È triste
0%
Mi fa arrabbiare
0%
È fantastico!!!
0%

09.07.2022

Durante la giornata di ieri, 8 luglio, l’Istat ha presentato il consueto rapporto annuale, giunto ormai alla trentesima edizione. Dalla lettura del rapporto si evince che la situazione occupazionale per giovani e donne in Italia peggiora di anno in anno.

DONNE E LAVORO: A PICCO LA CRESCITA OCCUPAZIONALE IN ITALIA

Dal rapporto presentato dall’Istat sono le donne a uscirne peggio. Non si tratta certo di una sorpresa; ogni giorno si discute di pari opportunità, salariali e lavorative. Tuttavia, è particolarmente sconfortante il quadro restituito dall’istituto per quel che riguarda il livello di occupazione femminile nel post-Covid.

Sono le donne ad avere le retribuzioni e qualità del lavoro più basse. Hanno minore possibilità di accesso al lavoro e, ancora, sono le donne a vivere in coppie in cui non possono dirsi economicamente indipendenti.

Bisogna spostare l’asse della riflessione sul welfare, sulla percezione della donna nel mondo del lavoro; sempre meno donne ricoprono ruoli apicali all’interno delle aziende. Sempre più donne lasciano il proprio impiego per doversi occupare della famiglia. E nel caso in cui riescano a mantenere il lavoro, dati alla mano, sono costrette al part-time.

In quale direzione, allora, si vuole andare? Certo, nel PNRR sono previsti fondi per cercare di colmare il gap di genere, ma quello è da considerarsi solo un punto di partenza. È necessario lavorare sull’inclusione, sulla normalizzazione dei ruoli; mettere nella posizione i padri di potersi occupare della famiglia al pari della madre. Sono temi importanti, che non possono essere lasciati ai margini.

E PER I GIOVANI?

Nessuna buona nuova per i giovani. A pagare maggiormente lo scotto di un mercato del lavoro instabile sono le persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Il tasso di disoccupazione e inoccupazione resta molto elevato.

Il non essere indipendenti genera un altro fenomeno: si lascia il nido sempre più tardi. Si resta in famiglia perché non ci si può permettere una propria indipendenza. Attualmente sono 7 milioni le ragazze e i ragazzi tra i 18 e i 34 a vivere in casa con i genitori. Aggiungiamo che tale situazione è particolarmente critica al Sud Italia, dove la percentuale è del 72,8%.

Tutto ciò accade perché non si investe sul futuro, ai giovani spesso vengono fatte proposte di lavoro indegne e nella maggior parte dei casi a tempo determinato, il che rende davvero impossibile rendersi indipendenti. Bisogna fare di più e costruire opportunità.

Articoli Correlati