Il lavoro che non si arrende: ripartiamo dai diritti

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L’attività sindacale come viatico per il riscatto sociale e occupazionale, contro gli abusi, contro le ingiustizie, contro l’assenza di diritti e tutele. Esperienze raccontate direttamente dai lavoratori, che hanno aperto il XVIII Congresso nazionale della UIL a Bologna.

Katia Baranowska è una lavoratrice agricola, arrivata in Italia con un bagaglio di speranze, strappatole dalla piaga del caporalato. Un dramma occupazionale, comune a tanti lavoratori e tante lavoratrici del settore, che dal palco del Congresso nazionale UIL Katia racconta con voce commossa, ma determinata.

“Trattati come bestie, dalle 4 di mattina alle 11 di sera si lavorava senza sosta, per cinque euro all’ora e un euro da restituire al caporale per ‘gratitudine’, sotto il sole e le minacce, anche fisiche, di chi invece avrebbe dovuto tutelarci. Ho perso amici e colleghi lungo la strada, ma non mi sono arresa, non ho piegato la testa”.

Anche grazie all’incontro con il sindacato, che per Katia, ora funzionaria della UILA di Ravenna, è “una missione per evitare che altri uomini e donne vivano il mio stesso incubo, per sradicare il cancro del caporalato e dell’illegalità dal lavoro, che invece deve tornare ad essere sinonimo di dignità e benessere umano ed economico”.

Dalla caparbietà di Katia a quella di Rossella Lucà, ricercatrice che, alla stregua di migliaia di suoi coetanei, dopo una laurea ottenuta con risultati brillanti, è stata costretta a emigrare all’estero per completare i suoi studi. Ma che non ha mai rinunciato a tornare, per contribuire a invertire la tendenza italiana di non valorizzare le proprie eccellenze. Ecco quindi il ritorno in Italia, con un contratto di Co.co.co., una retribuzione dimezzata nonostante le preziose scoperte nell’ambito della lotta al tumore al seno, “ma con tanta voglia di cambiare le cose, qui, a casa mia”.

Fino all’incontro con la UIL Scuola Rua “che mi ha consentito di battermi per riconoscere i meriti di tanti miei colleghi, per creare un’alternativa a quella di prendere un aereo per l’estero, per trasformare il precariato nell’eccezione, non nella regola”. Battaglia che ha portato alla stabilizzazione di 2000 ricercatori “che sono certa parteciperanno a costruire una nuova prospettiva, stabile e ambiziosa, per la ricerca italiana e per i suoi lavoratori”.

Non c’è nuovo che avanza senza diritti. Lo sostiene Cosmano Lombardo, digital creator, chiamato a rappresentare centinaia di migliaia di lavoratori che, sebbene abbiano contribuito allo sviluppo di tante piccole e medie imprese, specie in tempi di crisi e pandemia, sono tuttora “privi di un contratto nazionale e di un codice Ateco di riferimento, obbligati ad accettare condizioni retributive imposte e revocate unilateralmente dalle piattaforme, senza meccanismi compensativi e assicurativi.

C’è un lavoro nuovo che avanza e muta costantemente, che ha bisogno di tutele e rappresentanza, lacune che mi auguro il percorso comune di rivendicazione intrapreso con la UIL possa colmare”.

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