L’aumento dei prezzi cambia la composizione del carrello della spesa

3' di lettura
Mi piace!
0%
Sono perplesso
0%
È triste
0%
Mi fa arrabbiare
0%
È fantastico!!!
0%

25.05.2022

L’aumento dei prezzi dovuto all’inflazione, inevitabilmente, cambia la composizione del carrello della spesa degli italiani.

4,8% è il valore dell’inflazione sui prodotti di largo consumo. I prezzi sono aumentati, gli stipendi no. E allora i consumatori, per far fronte al caro vita, attuano quella che è forse la difesa più semplice: cambiare abitudini.

Come sta cambiando la “spesa” degli italiani

Prima del rincaro dei prezzi e dell’inflazione galoppante, l’attenzione verso la qualità del cibo si era raffinata. Gli italiani mettevano in tavola più pesce, meno carne, più prodotti bio, strizzando l’occhio ai piccoli negozi per frutta e verdura. Si era disposti, insomma, a spendere di più per cibo e affini in cambio di genuinità e qualità.

Ultimamente, invece, è in forte crescita la spesa al “discount” (il 20% del mercato) a scapito della grande distribuzione. L’attenzione alle offerte si è alzata. In tanti non spendono più in un solo posto, ma cercando di diversificare per cercare convenienza e comodità. Soprattutto per i prodotti non alimentari, l’e-commerce continua a rafforzare il trend positivo conquistato durante la pandemia.

In questo modo l’inflazione reale è scesa al 2,6%. L’incidenza, cioè, del rialzo dei prezzi calibrata sul comportamento di acquisto.

I dati sono NielsenIQ sui nuovi comportamenti d’acquisto e rilevano i comportamenti delle famiglie italiane contro il carovita dovuto all’inflazione in aumento.

Il prezzo più basso

Il prezzo più basso è la leva che spinge in modo più forte all’acquisto di un prodotto di largo consumo. L’oculatezza, insomma, prevale. Anche se la qualità non viene messa in secondo piano. Si cerca, insomma, di spendere meno ma senza scegliere prodotti peggiori.

Del resto, il portafogli è sempre più leggero: le retribuzioni non bastano più. E dopo un periodo di forte sofferenza, dovuta alla pandemia e alle difficoltà occupazionali che si sono sperimentate in quel periodo, tante famiglie restano in difficoltà. E chi è riuscito a guadare il fiume del pericolo economico, tiene alta l’attenzione, per non ricadere in periodi bui.

I consumatori, poi, sono sempre più attenti alle logiche del marketing. Abbiamo parlato in questo articolo del fenomeno della shrinkflation, una tecnica che induce all’acquisto di minor quantità di prodotto allo stesso prezzo. Ebbene, si fa molta più attenzione. Proprio per evitare di incappare in scontrini di gran lunga meno gestibili dalle finanze familiari.

Dal carrello della spesa al rischio di una recessione globale

Attenzione ai prezzi e consapevolezza di acquisto sono, insomma, le nuove parole d’ordine della spesa degli italiani. A lungo andare, però, senza interventi concreti, al di là dei bonus, le conseguenze per l’intera economia non saranno leggere.

Il rischio è quello di incorrere in una recessione globale, stigmatizzata dalla stagflazione. La Bce è già a lavoro per cercare il modo migliore di tenere in equilibrio i mercati e sono stati già annunciati dalla Presidente Lagarde rialzi sui tassi di interesse.

Bisogna ridare potere d’acquisto ai portafogli di lavoratori dipendenti e pensionati, altrimenti la crisi inflattiva, dovuta a un surplus di offerta, non potrà rientrare con gravi conseguenze.

Articoli Correlati