Sette curiosità sulla Settima Arte: Breve storia di un nuovo modo di vedere il mondo

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28.12.2022

Il 28 dicembre del 1895 è la data a cui convenzionalmente si attribuisce la nascita del cinema. Le particolarità e le stranezze legate a questa forma d’arte raccontano l’origine di un’epoca di drastici e repentini rinnovamenti per la società dell’epoca, che si apprestava a vivere nell’imminente nuovo secolo.

Le origini del mito

Iniziò tutto al Salon Indien del Gran Café del Boulevard des Capucines, a Parigi. Due fratelli, scienziati e imprenditori nel campo della fotografia, presentarono al nutrito pubblico di quel rinomato salotto intellettuale la loro ultima invenzione: le cinèmatographe. Quel giorno i due inventori, Louise e Auguste Lumière, furono i protagonisti di un fenomeno inaspettato e senza precedenti. Era il 28 dicembre di quasi 130 anni fa. Ma la storia del cinema non cominciò davvero quel giorno.
Le prime produzioni furono realizzate lungo il corso di tutto il 1895, proprio dai due fratelli. Grazie all’apparato scientifico e industriale fornito dall’azienda di pellicole e lastre fotografiche rilevata dal padre, i due assemblarono un innovativo sistema di impressione su celluloide capace sia di riprendere che di proiettare immagini in movimento. Tutto in un unico strumento. Il primo film mai girato fu Sortie des usines Lumière, che mostra gli operai dell’azienda di famiglia uscire dai cancelli della fabbrica al termine della loro giornata di lavoro.
Il brevetto del cinematografo fu depositato il 13 febbraio del 1895 e la prima proiezione privata risale al 22 marzo dello stesso anno. E molte altre ne seguirono.

La storia dietro la leggenda

Il 28 dicembre del 1895, però, Al Cafè des Capucines i Lumière presentarono un’altra pellicola, quella che ha fatto la storia e ha dato vita ad una leggenda mediale tra le più suggestive dell’epoca moderna. Si trattava di Arriveè d’un train a la Ciotat, ma questa volta le porte del Salon Indien furono aperte ad un pubblico molto più vasto. Il film mostra l’arrivo di un treno alla stazione e i resoconti dell’epoca riportano di un probabile episodio di allucinazione collettiva: alla vista di quel treno lanciato a tutta velocità verso lo schermo della sala tutti si alzarono e fuggirono atterriti abbandonando i loro posti.

Un’idea in cerca di occupazione

Nonostante l’evidente capacità di generare stupore e meraviglia, il cinematografo non sostituiva alcuna macchina già esistente, come la locomotiva rese obsoleti cavalli e carrozza o come la fotografia rimpiazzò la pittura verista. Si trattava di una novità assoluta in cerca di uno scopo. In quel momento l’interesse dei due fratelli risiedeva nella vendita diretta degli apparecchi e la funzione delle loro proiezioni era meramente pubblicitaria. Il cinema, quindi, nasce come strumento di pubblicità di sé stesso, dimostrando sin da subito quanto la sua prima vocazione fosse caratterizzata da fattori economici prima che artistici.

Un’invenzione senza futuro

Nei mesi successivi a quel 28 dicembre i Lumière proiettarono molti altri lavori. L’appuntamento era sempre al Salon Indien, dove accorsero molti personaggi di rilievo per la futura storia del cinema. Uno dei tanti fu proprio George Méliès, prestigiatore e cineasta, che arrivò ad offrire 10.000 franchi, una cifra spropositata, pur di acquistare la macchina. Tuttavia, l’offerta venne respinta. Fu Antoine Lumière, padre di Louise e August, ad avere quel colloquio con Méliès, giustificando il suo rifiuto alla generosa proposta con l’intento di voler preservare gli interessi degli acquirenti più incauti. Antoine sosteneva che il cinematografo costituisse, in realtà, poco più di una curiosità scientifica, che avrebbe presto perso l’interesse della gente e che non vi vedeva alcuna concreta possibilità di commercio.

Primi atti di pirateria

Nonostante le incertezze sul futuro della loro invenzione, i Lumière inviarono operatori specializzati in tutto il mondo, da Alessandria a Jaffa, da Melbourne a Tokyo, per girare remake di Arriveè d’un train a la Ciotat e promuovere il loro prodotto.
Purtroppo, per quanto i Lumière si sforzassero di tenere un rigido controllo sulla concessione delle vendite degli apparecchi, non era raro che molti provvedessero a fabbricarne di propri. Furono numerosi anche i veri e propri plagi della celebre pellicola del treno: decine di autori, o sedicenti tali, cominciarono a riprendere la stessa scena per inserirla nei loro film di finzione.

Uno spettacolo a caccia del suo pubblico

Le proiezioni d’oltreoceano di questi primi autori-imitatori rivelarono agli stessi Lumière il potenziale economico del cinema in quanto spettacolo di massa. Anche per loro la vendita dei biglietti divenne la principale fonte di reddito e a partire dal 1897 passarono dalla concessione dei brevetti alla vendita diretta dei loro film. In pochissimo tempo tessero la trama di un mercato che si estendeva ben oltre i confini europei.
Nel suo inarrestabile processo evolutivo il cinema iniziò così ad avvicinare quei due pubblici tenuti costantemente divisi dalla separazione tra la cultura alta e quella popolare. Non esisteva nulla di simile ad una sala cinematografica come la si può intendere oggi e le proiezioni venivano organizzate nei posti più disparati, dai circhi ai musei. In America, però, a partire dal 1906, nacquero i primi nickelodeon, luoghi appositamente attrezzati in cui era concesso l’accesso alle proiezioni dietro pagamento, appunto, di un solo nichelino.

L’istituzionalizzazione del cinema

Anche se il cinema cominciava ad avere una casa per il suo pubblico, quello che ancora gli mancava era un linguaggio coerente e comunemente diffuso: l’istituzionalizzazione di quel complesso sistema di segni e tecniche che permette al pubblico moderno di riconoscere un film in quanto tale. Molti autori si cimentarono nell’impresa ma rimane opinione consolidata tra i critici e gli storici che la fine di quel periodo “adolescenziale” del cinema risalga a non prima del 1915, anno in cui David Griffith presentò al pubblico il suo Nascita di una nazione.
Da quel momento il cinema cominciò a camminare sulle sue gambe e ai Lumière non restò che guardarlo allontanarsi, destinato a trasformarsi da curiosità della tecnica a forma d’arte affermata e riconosciuta in tutto il mondo.

La storia della nascita del cinema parla di un processo di maturazione durato 20 anni. Un processo di maturazione ed emancipazione dai suoi stessi creatori. Di certo Louise e Auguste non immaginavano di perdere il controllo della loro invenzione e del suo mercato in maniera così plateale. Ma è fuor di dubbio che quel 28 dicembre del 1895 segnò per sempre le sorti della collettività tutta, presente e futura. Oggi si celebra questo: la leggenda di due fratelli che insegnarono al mondo come guardare e come guardarsi.

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