Nel mondo mancano troppi insegnanti, lo studio di France Press

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03.12.2022

Quanti docenti mancano in Italia? E come va il confronto con altri paesi occidentali e non solo? La principale agenzia di stampa francese, AFP France Press, ha effettuato uno studio sulla penuria degli insegnanti. Sono state prese in esame Germania, Costa D’Avorio, Stati Uniti e Italia. Come potrete notare le differenze sono molteplici a livello numerico, ma non mancano i punti in comune tra i vari Paesi.

Germania: mancano 40 mila docenti e  la situazione è in peggioramento 

Secondo l’Associazione degli insegnanti tedeschi, la Germania ha iniziato il nuovo anno scolastico con una carenza di 40 mila insegnanti nelle scuole in tutti i Lander. Nei prossimi anni inoltre, il dato peggiorerà, a causa di un aumento dell’11,7% del numero di alunni entro il 2035. Le materie che ne usciranno più penalizzate? Matematica, informatica e scienze naturali.

I sindacati tedeschi interpellati, ritengono inoltre che la posizione dell’insegnante stia costantemente perdendo di attrattività, fattore su cui è necessario intervenire attraverso investimenti e aiuti. In Germania, ad esempio, le regioni offrono indennità per alloggi e traslochi ai lavoratori temporanei, compresi quelli della scuola.

Il problema della mobilità in Costa D’avorio 

Scarso entusiasmo per le discipline scientifiche e poca voglia di spostarsi a livello professionale. Sono queste le cause principali della mancanza dei docenti in Costa d’Avorio secondo il Ministero dell’Istruzione ivoriano. A differenza degli altri paesi interpellati da France Press, la Costa D’Avorio non ha fornito numeri ufficiali.

Per migliorare la situazione, il Ministero ha spiegato all’agenzia di stampa francese di aver proposto alcune soluzioni. Tra queste, istituire un programma di formazione per insegnanti a doppia vocazione (due materie) e l’assunzione di lavoratori a contratto. Iniziative isolate vengono realizzate negli istituti per utilizzare gli insegnanti in pensione. Il ministero porta avanti anche un progetto di “scuola digitale” (corsi online gratuiti).

Oltre alla realizzazione di campagne di comunicazione, il Ministero ivoriano, per migliorare la qualità d’insegnamento nelle aree rurali, ha introdotto un decreto valido dal 2023-24 che vede i docenti firmare un impegno decennale che li costringerà a rimanere nella loro area di reclutamento, al fine di ridurre la migrazione verso le aree urbane.

Dagli Stati Uniti: La figura degli insegnanti sta perdendo di prestigio sociale 

Negli Stati Uniti, dove la situazione varia da una contea all’altra, la National Education Association, il principale sindacato degli insegnanti, stima una carenza di circa 300.000 insegnanti.

A France Press, la Segretaria generale Rebecca Pringle evidenzia una perdita di prestigio sociale del ruolo dell’insegnante in America, nonché una bassa retribuzione media, situazione quest’ultima, peggiorata con la pandemia e l’inflazione.

La mancanza di docenti negli States si percepisce maggiormente nella provincia americana e tra le materie più carenti, troviamo scienza e tecnologia. Per sopperire alla mancanza dei docenti, in alcune aree rurali del Texas, la settimana è stata ridotta a 4 giorni di scuola, mentre in Florida sono stati richiamati molti insegnanti ormai in pensione. Infine, in Arizona, è stato permesso agli studenti di insegnare prima di aver conseguito una laurea.

Italia: in proporzione i dati più negativi e le retribuzioni continuano ad essere troppo basse

Anche in Italia la situazione non è ottimale e la UIL Scuola ha ricordato la difficile situazione degli insegnanti italiani. Mancano infatti 212 .404 docenti (163.265 donne e 49.142 uomini). Riguardo il Personale Ata invece si registra la mancanza di 36.485 figure (23.539 donne e 12.946 uomini).

Il totale, tra docenti e Ata si attesta a: 248.892.

La UIL Scuola ha segnalato la perdita della credibilità della figura degli insegnanti, causata da scelte politiche sbagliate dei vari governi che si sono succeduti – assunzioni complicate, mancata valorizzazione dell’esperienza acquisita –  soffermandosi infine sul fronte retribuzioni, “troppo basse e che non incentivano la professione”.

Ufficio Comunicazione Uil Scuola

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