Giungla affitti. A Milano i canoni sfiorano i 2000 euro
In Italia non solo è difficile trovare un lavoro stabile, ma anche una casa dignitosa dove abitare.
Immaginate di aver firmato un contratto, una fortuna per niente scontata. Finalmente la vita adulta e indipendente può iniziare, magari con una casa in affitto. Con un impiego stabile, non dovrebbe essere difficile trovare un bilocale a un prezzo accessibile. E invece non è così. La concorrenza degli affitti brevi o per studenti fuori sede ha fatto schizzare i canoni di locazione, soprattutto nelle metropoli.
Superato il grande scoglio della ricerca di un lavoro, bisogna sopravvivere alla giungla di case piccole, brutte e costose. E se si è una famiglia, che ha bisogno di più spazio e servizi, lo scoglio è praticamente insormontabile. Infatti, per una casa di 100 mq, in zona semiperiferica, a Milano il canone di affitto è di 1.920 euro medi mensili e incide per il 64% sul budget familiare. A Roma per una casa con le stesse caratteristiche sono necessari 1.620 euro mensili, che incidono per il 54%. In altri centri, come Bolzano, Bologna o Venezia un affitto medio costa, rispettivamente, 1.300 euro mensili, 1.030 euro e 1.000 euro. Questi numeri vanno combinati con i dati sugli sfratti che nell’ultimo anno sono stati 39 mila, 31 mila dei quali per morosità. Solo 2000 sono stati per necessità del locatore e 6000 per finita locazione. Vanne aggiunte, poi, le ben 74 mila richieste di esecuzione e circa 170mila famiglie a rischio sfratto.
È evidente che la questione dell’abitare è ormai un’emergenza.
A risentirne di più sono i giovani. Infatti, il 24,5% dei locatari ha un’età fino ai 30 anni e il 44,4% un’età compresa tra i 31 e i 50. In secondo luogo, sono proprio gli under 30 che pagano affitti mediamente più alti delle altre fasce di età. Al fardello della precarietà lavorativa, quindi, si aggiunge quella abitativa.
Il monito arriva dalla ricerca del Servizio UIL lavoro, coesione e territorio, condotta in collaborazione con UNIAT e basata sui dati dell’Agenzia delle Entrate. I risultati dovrebbero spingere il Governo a rimettere il tema della casa al centro dell’agenza politica. Ma, al contrario, il Piano strutturale di bilancio lo trascura completamente. Nel documento da inviare a Bruxelles non c’è alcun riferimento al problema del diritto alla casa. Eppure, tocca ben 3,8 milioni di famiglie.
La soluzione potrebbe essere rifinanziare adeguatemene il Fondo per il sostegno agli affitti, che ha una dotazione di 6 milioni di euro.
Inoltre, “con la partecipazione delle parti sociali – spiegano Veronese segretaria confederale UIL e Pellegrini Presidente UNIAT – “occorre approntare un vero piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica, con un finanziamento adeguato, e affrontare senza ideologie il tema degli affitti brevi, che dopano il mercato delle locazioni”.
Parte della questione, è anche il nodo degli alloggi universitari. Risorse aggiuntive per le borse di studio e i sostegni agli affitti per studenti fuori sede, con contestuali detrazioni IRPEF, potrebbero dare un po’ di respiro ai ragazzi e alle ragazze che decidono di studiare in un’altra città.
Le proposte non mancano e neanche l’apertura al confronto. Ancora una volta, è la volontà politica che lascia a desiderare.
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L'Appunto
di Pierpaolo Bombardieri

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