Dimensionamento, l’Italia ha perso 1000 scuole in 10 anni. E nel 2031 saranno meno di 7 mila
10.01.2025
L’abbattimento del numero delle sedi comporterà un risparmio per 88 milioni, “ma senza vantaggi per famiglie e docenti”.
In dieci anni l’Italia ha perso circa mille autonomie scolastiche (attribuzione alle scuole di competenze gestionali, organizzative e didattiche per una gestione più efficace e un miglioramento della qualità dell’istruzione) e nei prossimi dieci ne perderà altrettante. L’analisi effettuata dalla Uil Scuola evidenzia che: nel 2015-16 il numero delle istituzioni scolastiche era 8.846, nell’attuale sono scese a 7.981. Estendendo il confronto, nel 2000-01 il numero delle istituzioni scolastiche ammontava a 11.592.
Inoltre, in prospettiva, nel 2031-32, saranno 6.885. Una riduzione di circa il 40% in trenta anni.
Questo processo di dimensionamento produrrà risparmi di spesa pari a 88 milioni di euro. L’unico beneficio per il dimensionamento riguarderà le casse dello Stato mentre non ci sarà nessun vantaggio per tutto il personale scolastico e, in una certa misura, neanche per alunni e genitori.
STORIA DEL DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO
L’analisi ex post di quelle misure mostra come la parte più consistente delle risorse derivanti dai tagli alla scuola (operate con le leggi numero 133/08, 169/08 e 240/10) sono state utilizzate per salvare Alitalia dall’acquisizione da parte di Air France. Salvataggio inutile, dal momento che la compagnia di bandiera si è trovata quasi immediatamente di nuovo in perdita. Una riduzione di 10 mila classi, 90 mila cattedre, 30 mila supplenti e 44 mila posti per il personale non docente.
La scelta di fare cassa sulla scuola, attraverso i processi di dimensionamento, è stata fatta da diversi Governi che si sono succeduti negli anni, a partire dal Governo Berlusconi IV che, attraverso la riforma Tremonti/Gelmini, ha tagliato di 10 miliardi il bilancio di scuola e università (8,5 all’istruzione e 1,5 miliardi all’università).
Cifre che sono state certificate dalla Commissione europea:
- Riduzione dell’organico per 130 mila unità tra insegnanti e il personale ATA;
- Soppressione delle scuole sottodimensionate;
- Accorpamento degli istituti con meno di 500 iscritti.
DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO: OBIETTIVI DEL PNRR E LIMITI DEL MILLEPROROGHE
La volontà di razionalizzare/dimensionare il sistema è tornata in auge con il Governo Draghi. La Legge n. 197/2022 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 – art. 1, cc. 557-558) sembra essersi mossa secondo la stessa logica di conseguimento di obiettivi di finanza pubblica del D.L. 98/2011 (Misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria) e ha trovato sponda da una indicazione europea, nell’ambito delle misure del PNRR, che mira ad adeguare la rete scolastica all’andamento anagrafico della popolazione studentesca.
Va evidenziato che la Missione 4 Componente 1 del PNRR («Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università») aveva previsto una cosa importante, ovvero, all’interno della Riforma 1.3 («Riforma dell’organizzazione del sistema scolastico»), il ripensamento dell’organizzazione del sistema scolastico con l’obiettivo di fornire soluzioni concrete a due tematiche in particolare: la riduzione del numero degli alunni per classe e il dimensionamento della rete scolastica.
Politiche queste che avrebbero dovuto indurre l’attuale Governo Meloni, chiamato a ridisegnare il progetto di dimensionamento, a considerare insieme al numero di scuole anche la riduzione del numero di alunni per classe come previsto negli interventi del PNRR. Ma così non è stato.
La deroga introdotta nel decreto Milleproroghe 2024, che prevede di poter attivare un ulteriore numero di autonomie scolastiche in misura non superiore al 2,5 per cento del contingente dei corrispondenti posti di dirigente scolastico e di DSGA (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi), ha permesso alle regioni di limitare il danno dell’intervento di dimensionamento e risparmiare dai tagli 181 autonomie scolastiche a livello nazionale. La norma, però, rappresenta soluzione temporale solo per il 2024/25.SULLA SCUOLA NON SI PUO’ PIU’ FARE CASSA, BISOGNA INVESTIRE
Governare il sistema di istruzione statale significa pianificare interventi strutturali su cui è necessario investire per disegnare la scuola dei prossimi anni attraverso una visione lungimirante che non si limiti a risolvere le singole emergenze o contingenze.
Ridurre il numero degli alunni per classe, sottolinea la Uil Scuola, significherebbe trasformare il problema della denatalità in una opportunità e non in una penalizzazione. Un intervento necessario per una didattica ancor più di qualità.
Ufficio Comunicazione UIL Scuola
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