Dati Eurostat: Italia al penultimo posto in Europa per numero di laureati tra i 25 e i 34 anni

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27.05.2022

Pessime notizie. Ancora una volta, i dati Eurostat ci pongono di fronte a una riflessione amara. Stando al report pubblicato alcune ore fa, i numeri registrati nel 2021 rilevano che l’Italia è al penultimo posto, avanti solo alla Romania, per laureati tra i 25 e i 34 anni.

EUROSTAT: I DATI SULL’ISTRUZIONE TERZIARIA IN EUROPA

L’indagine Eurostat realizzata con il fine di analizzare l’avanzamento dell’istruzione terziaria tra i Paesi membri dell’Unione Europea impone all’Italia di fermarsi pensare e indagare con fermezza le motivazioni che hanno portato a questo dato: 28%. Si tratta del numero di laureati in Italia nella fascia di età 25-34 anni. Ampiamente al di sotto della media europea.

A tal proposito, nel 2021 il 41% della popolazione europea, in età compresa tra i 24 e i 34 anni, ha conseguito almeno un titolo universitario. Il dato, inoltre, è più che positivo se si guarda alla percentuale in crescita di donne laureate. I Paesi che hanno fatto meglio sono Lussemburgo e Irlanda che contano, rispettivamente, il 63% e il 62% dei laureati. Su queste prospettive c’è la macchia del nostro Paese che non cresce e non arriva al livello degli altri Stati.

Un altro obiettivo per il momento mancato dall’Italia riguarda l’aumentare al 45% la quota di popolazione tra i 25 e 34 anni che porti a termine l’istruzione terziaria. Il raggiungimento di tale traguardo è stato prefissato per il 2030, ma Lussemburgo, Irlanda, Cipro, Lituania, Paesi Bassi, Belgio, Francia, Svezia, Danimarca, Spagna, Slovenia, Portogallo e Lettonia lo hanno già centrato.

L’ITALIA FA PEGGIO SOLO DELLA ROMANIA: MA PERCHÉ?

Quali sono stati gli elementi che hanno portato l’Italia penultima in elenco? Spesso abbiamo rivolto le nostre attenzioni al popolo dei NEET, ossia giovani in età compresa tra 15 e 34 anni che non studiano né lavorano.

Ciò accade, principalmente, a causa di due fattori: uno è la condizione economica in cui versano molte famiglie italiane, basti guardare all’ultimo report di Save The Children che ne dà un’idea bene precisa. Il secondo probabilmente è più pragmatico e riguarda la mancanza di prospettiva. Il futuro è ancora troppo instabile e incerto, soprattutto per quel che riguarda l’occupazione. Istruzione e occupazione sono strettamente correlate e viaggiano di pari passo.

Pensiamo che i dati riportati da Eurostat determinino una sconfitta per il nostro Paese; ogni volta che i giovani perdono la prospettiva sul futuro, perdiamo tutti. In un periodo complesso come quello che il mondo intero sta affrontando, bisogna agire con fermezza e gettare le basi per assicurare alle nuove generazioni un’istruzione adeguata e la possibilità di inserimento nel mondo del lavoro in maniera concreta e stabile. Le parole stanno a zero, servono i fatti.

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