Dal 2035 stop alla vendita di auto a diesel e benzina: da Europarlamento ok a proposta Commissione

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09.06.2022

La plenaria del Parlamento europeo ha approvato la proposta della Commissione europea sul rendere obbligatorio lo stop alle vendite di veicoli a diesel e a benzina entro il 2035.
A Strasburgo dunque si decidono, in parte, le sorti dell’ambiente. Durante la giornata di ieri, 8 giugno, il Parlamento europeo si è espresso sul pacchetto Fit-for-55 (che fa parte del Green New Deal) della Commissione europea. Si tratta, come è noto, del piano di riforme di Bruxelles per arrivate a tagliare del 55% le emissioni di CO2 e ottenere la neutralità climatica entro il 2050.
Di contro, non ha ricevuto i voti sufficienti l’emendamento sostenuto dal Ppe, che aveva l’intento di ridurre dal 100% al 90% le emissioni di CO2.

COSA HA STABILITO IL PARLAMENTO

Oltre all’ok sullo stop alle vetture diesel o benzina, il Parlamento europeo si è espresso sulle altre misure del pacchetto Fit-for-55. Tra le bocciate: la riforma del mercato degli Ets, ossia la borsa delle emissioni gas serra, l’introduzione della Carbon tax e il Social climate fund. Si tratta di un fondo sociale per i soggetti che maggiormente possono risentire delle strette ambientali di Bruxelles.

In merito all’approvazione dello stop entro il 2035, l’Acea, l’associazione europea dei produttori di automobili, ha espresso diverse perplessità. Si apprende, infatti, che, secondo l’associazione, fissare la data al 2035 possa essere deleterio per il settore motori. Acea ha invitato gli eurodeputati a tenere conto degli imprevisti, delle “volatilità e delle incertezza che stiamo vivendo giorno dopo giorno a livello globale”.

È chiaro che gli interventi dovranno essere puntuali e tempestivi e che ogni passaggio non dovrà ostacolare la crescita dei Paesi, né mettere a rischio l’equilibrio dei mercati o i posti di lavoro di chi fa parte del settore in questione. La crisi dell’Automotive si trascina ormai da mesi e, in diverse occasioni, abbiamo analizzato le maggiori problematiche, ma in sintesi, ciò che emerge è che il settore non è riuscito a rialzarsi dopo i due anni di pandemia, anzi, ha subito anche gli effetti negativi del conflitto in Ucraina.

L’attuale situazione inevitabilmente condiziona il futuro, non si può non tenerne conto: il 2035 non è poi così lontano. È assodato che bisogna guardare avanti in ottica della transizione ecologica, ma prima bisogna investire. I fondi del PNRR destinati al settore auto devono essere utilizzati nel modo corretto; è necessario porre le basi perché si eviti un disastro occupazionale, produttivo ed economico.

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