Classifica Censis migliori università italiane: bocciati gli istituti del Sud

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22.07.2022

Anche quest’anno il Censis ha rilasciato la classifica delle migliori università italiane. Lo scopo è quello di permettere ai giovani studenti di orientarsi tra il mare magnum di informazioni in cui ci si destreggia durante l’estate della maturità. Si tratta, in sostanza, di offrire loro una prospettiva diversa sulla proposta accademica italiana.

Gli indicatori presi in considerazione per effettuare l’analisi sono: i servizi erogati, le borse di studio, le strutture, la comunicazione, i servizi digitali, l’internazionalizzazione e l’occupabilità. Tutti elementi determinanti al momento della scelta.

CLASSIFICA CENSIS UNIVERSITÀ

La classifica, giunta alla ventiduesima edizione, stabilisce che tra i mega atenei – oltre 40mila iscritti – statali al primo posto troneggia l’Università di Bologna. Seconda e terza posizione sono invece occupate dall’Università di Padova e da La Sapienza di Roma. Seguono: Pisa, Firenze, Statale di Milano, Università di Palermo e di Torino.

Quanto agli atenei che contano invece tra i 20mila e i 40mila iscritti in cima alla classifica si trova l’Università di Pavia, a cui seguono quelle di: Perugia, Calabria, Venezia Ca’ Foscari, Bicocca di Milano, Cagliari, Parma e Genova. Decima in classifica è l’Università di Tor Vergata di Roma, a seguire: Salerno, Chieti e Pescara, Roma Tre, Catania e Messina.

Per i medi atenei statali, ossia quelli che hanno tra i 10mila e i 20mila iscritti, a conquistare il primato è l’Università di Siena. Secondo e terzo posto sono stati attribuiti agli atenei di Sassari e Trento.

In riferimento ai piccoli atenei statali primeggia l’Università di Camerino, seguita dall’Università di Macerata e l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Sul fronte politecnici, è il Politecnico di Milano a guadagnare il titolo di migliore in relazione ai seguenti indicatori: comunicazione, borse di studio e servizi erogati. Se invece gli elementi considerati sono struttura e internazionalizzazione, è lo IUAV di Venezia a uscirne “vincitore”.

DELUSIONE FEDERICO II DI NAPOLI: BOCCIATI GLI ISTITUTI DEL SUD

Altri, invece, sono i dati desolanti che aprono diverse riflessioni sulla gestione delle risorse e degli atenei e che riguardano il Sud della penisola. La Federico II di Napoli è ultima nell’elenco dei mega atenei italiani; L’Orientale e la Parthenope sono rispettivamente penultima e ultima tra le università tra i 10 mila e i 20 mila iscritti.

Male anche la Puglia: l’Università di Bari si conferma al penultimo posto tra i mega atenei, il Politecnico di Bari ultimo nella sua categoria; L’ateneo di Foggia undicesima tra gli atenei di medie dimensioni.

Il Censis ha spiegato il gap tra le università del Nord e del Sud considerando: “l’impoverimento materiale delle famiglie che si somma a un crescente disagio giovanile conseguente alla percezione di un futuro reso più incerto dal lungo periodo di pandemia. […] Poi, c’è l’insufficienza di risorse per il diritto allo studio completa il campionario”.

Tale condizione spinge a battersi in maniera ancora più forte e decisa per ridurre il divario e per permettere a tutte le studentesse e gli studenti di avere accesso allo studio e a tutti gli strumenti che servono a consentire loro un futuro lavorativo e personale dignitoso.

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