Capodanno: Quando e come lo festeggiano le diverse popolazioni?
01.01.2023
Capodanno non è sempre stato il 1° gennaio.
E ancora oggi, per diversi popoli, il primo giorno dell’anno non è il 1° gennaio.
A chi dobbiamo, nella nostra cultura, il Capodanno coincidente con il 1° gennaio? A Gaio Giulio Cesare. Il grande condottiero romano si dedicò, infatti, anche a promuovere, nell’anno 46 avanti Cristo, un nuovo calendario che correggesse alcuni difetti di conteggio che presentava il calendario tradizionale. Il nuovo calendario, basato su elaborazioni di astronomi greci, in onore di Cesare è chiamato calendario giuliano. Prima del calendario giuliano, il 1° marzo era considerato il primo giorno dell’anno.
Il calendario giuliano rimase il calendario più importante per ben 1628 anni. Nel 1582, fu sostituito dal calendario gregoriano, promulgato da Papa Gregorio XIII, che a sua volta corresse alcuni errori di calcolo dei giorni e dei mesi che erano presenti nel calendario giuliano. Sia il calendario giuliano, sia quello gregoriano, sono calendari solari, basati sul ciclo delle stagioni.
Tra i calendari non solari, ci sono quelli lunari e lunisolari (lunari armonizzati con il solare). Il più celebre calendario lunare è quello islamico. Tra i calendari lunisolari, ricordiamo il cinese e l’ebraico. Sono questi calendari intimamente connessi alla tradizione agricola, a sua volta regolata sulle fasi lunari.
Il Capodanno nel calendario giuliano cade in prossimità del solstizio d’inverno; in quello islamico, si festeggia il primo giorno del mese di Muharram, con data mobile rispetto al calendario giuliano; in quello cinese, il Capodanno è individuato in corrispondenza del novilunio che cade tra il 21 gennaio e il 20 febbraio e i festeggiamenti durano quindici giorni, portando la festa a coincidere con l’inizio della Primavera.
Un altro importante Capodanno è stato quello celtico, Samhain, cadente alla fine dell’estate, celebrato tra il 31 ottobre e il 1° novembre, probabile ispiratore delle successive feste di Halloween/Ognissanti.
In onore delle donne iraniane e del movimento tutto che si oppongono alla teocrazia che funesta quel grande Paese, vogliamo per finire ricordare in particolare il calendario iraniano e il suo Capodanno, perfettamente coincidente con l’inizio della Primavera (Equinozio di Primavera, nel periodo 19-21 marzo).
È un calendario solare, il più accurato dei calendari solari. Il suo Capodanno è una festa del rinnovarsi, del risveglio della natura, già dal bellissimo nome: nowruz, il nuovo giorno. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi della civiltà agricola, il neolitico, che mosse i primi passi non lontano dalla Persia, nella Fertile Mezzaluna, almeno diecimila anni fa. La festa è ricca di simboli, a cominciare da 7 oggetti inizianti con la lettera “s” disposti sulla tavola imbandita: germogli, che simboleggiano la rinascita; la mela, simbolo della salute e bellezza; una spezia rossa simbolo del sorgere del sole e una crema di grano simbolo della dolcezza; aglio (medicina) e aceto (pazienza); monete (ricchezza); fiori di giacinto simbolo della primavera. Inoltre, uova, uno specchio, un pesciolino rosso, candele.
Non ci potrebbe essere contrasto più netto tra la mortifera dittatura iraniana e l’amore per la vita che questa festa esprime e che il movimento Zan-Zandegì-Azadi (Donna-Vita-Libertà) incarna. Mentre ci apprestiamo a festeggiare il nostro Capodanno invernale, auguriamo agli iraniani di poter presto festeggiare un loro Nuovo Giorno di positivo cambiamento. Come scrisse il poeta Shelley, “se viene l’Inverno / può Primavera essere tanto lontana?”.
Roberto Campo
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