Cambia il lavoro, cambiare le pensioni

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21.01.2022

Per alcuni decenni del XX Secolo il percorso dei lavoratori dipendenti verso la pensione è stato sostanzialmente lineare. Nel tempo della vita lavorativa, un anno dopo l’altro, si accumulava l’anzianità contributiva fino al raggiungimento dell’obiettivo.

Oggi il mondo è cambiato. La linearità della carriera è una condizione sempre meno diffusa. Il sistema contributivo si avvia velocemente ad entrare pienamente a regime. Il lavoro, in molti casi sempre più discontinuo e precario, conduce inesorabilmente alla costruzione di un montante pensionistico sempre più esiguo.

In una recente intervista a “Pensioni per Tutti”, Domenico Proietti, segretario confederale della Uil introduce, in merito al dibattito sulla riforma del sistema pensionistico, un ragionamento di senso. Afferma Proietti: “Bisogna introdurre nel sistema contributivo un meccanismo che garantisca future pensioni adeguate ai lavoratori. Ma non pensiamo ad un’automatica integrazione al minimo, bensì ad un meccanismo che sappia valorizzare l’anzianità contributiva, i periodi di formazione scolastica e professionale, che tuteli il lavoro di cura e che riconosca una copertura anche a tutti i periodi di disoccupazione nei quali il lavoratore è stato comunque attivo nella ricerca di impiego”.

Dobbiamo guardare senza condizionamenti del passato a ciò che va costruito per il futuro. Come si è persa la linearità della vita lavorativa, è corretto pensare di rielaborare in ragione della realtà i fondamenti della struttura di accumulazione di quei contributi. Altrimenti, sarà difficile per tante lavoratrici e tanti lavoratori arrivare alla costruzione di un montante pensionistico dignitoso.

di Cesare Damiano

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