Baby Boomers, Generazione X e Millennials: come cambia l’approccio al lavoro

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27.07.2022

“IO ALLA TUA ETÀ…”

“Io alla tua età avevo già un lavoro, una casa e dei figli”. Questo è il mantra che i baby boomers rifilano da sempre ai millennials e alla generazione Z, vantando tempi e stili di vita ormai superati. Oggi si va a vivere da soli più tardi, se ci si sposa, lo si fa a 30 anni e fare figli è una sfida economica che pochi possono sostenere. Sono mondi distanti e diversi che hanno sempre fatto fatica a capirsi. Ma i millennials e la generazione Z sono cresciuti e stanno entrando del mondo del lavoro. Ora il confronto con i figli del boom economico si gioca su un altro livello. I boomers con cui avere a che fare non sono più mamma, papà e professori. Ora sono colleghi e anche tra scrivanie e computer le differenze sono abissali.

CARTA, PENNA E SMARTPHONE

Se i primi sono ancora fermi agli appunti con carta e penna, i secondi non scrivono, ma digitano e ascoltano spotify. Mentre gli ultrasessantenni hanno orgogliosamente parcheggiato la propria vita nell’ambito posto fisso, ventenni e trentenni hanno tutt’altro approccio. Sperimentano, cambiano, passano di azienda in azienda alla ricerca del lavoro che gli somigli, che gli piaccia davvero. Un po’ di psicologia sociale può aiutare a comprendere le differenze.

I BABY BOOMERS, MILLENNIALS E GENERAZIONE Z

I nati tra gli anni 40 e 60 hanno goduto dell’età dell’oro dell’economia globale. Sono cresciuti nella prosperità, dove il duro lavoro permetteva davvero di raggiungere il successo. Quindi non stupisce siano anche la generazione disposta a fare gli straordinari per rimanere fedele all’azienda dove lavorano da anni. Ovviamente il trascorso dei millennials è totalmente diverso.

I nati tra il 1980 e il 1995, da bambini o adolescenti hanno visto crollare le torri gemelle e le borse mondiali. Sono cresciuti all’ombra della crisi, economica o politica che fosse. Quindi non possono avere gli stessi valori dei propri genitori. Figli della rivoluzione informatica, hanno scoperto i vantaggi del lavoro flessibile e non apprezzano di stare tutti i giorni chiusi in ufficio. In più non vogliono sacrificarsi per l’azienda in cui lavorano: la sfera privata ha lo stesso valore della carriera. Anzi, la carriera non è una priorità.  Per i millennials il lavoro è prima di tutto un’occasione per fare la differenza nel mondo.

Per quanto riguarda i loro successori, la generazione Z, la principale peculiarità sta nei percorsi di formazione e ingresso nel mondo del lavoro. I nati dopo il 1996 non riconoscono nelle università l’opzione vincente per costruire il loro futuro, scegliendo strade alternative come apprendistati e boot camp. È ancora presto per valutare il loro impatto nel mondo del lavoro, ma sicuramente sarà incisivo avendo capacità di apprendimento e applicazione delle nuove tecnologie mai sperimentate prima.

IL TERZO INCOMODO

Ma nel duello tra nuova e vecchia guardia c’è un terzo incomodo: la sconosciuta generazione X. Sono gli attuali quarantenni o cinquantenni che molto spesso non sono riusciti a conquistare ruoli apicali nelle aziende per la maggiore competenza tecnologica dei più giovani. Quando la generazione che li ha preceduti era prossima alla pensione, quella che doveva essere una strada in discesa è stata sbarrata dai nativi digitali. Lo smacco generazionale non è stato facile da digerire. E non solo per questo. Anche i nati tra il 1965 e il 1980 hanno le loro specifiche storiche e sociali che li distinguono da boomers, millennials e generazione Z. Sono i ragazzi cresciuti in anni di grandi cambiamenti sociali per la società e la famiglia. Sono stati figli spesso con entrambi i genitori fuori per lavoro, che hanno imparato ad arrangiarsi da soli. Così sono diventati lavoratori indipendenti e intraprendenti, che mettono in discussione i processi tradizionali e cercano metodi più rapidi ed efficienti per portare a termine un compito. Ad ogni modo, tra loro e i più giovani non ci sono solo differenze. Anche per la generazione X la sfera privata non è sacrificabile e fatte le ore richieste in ufficio, tornano a casa.

Baby Boomers, Generazione X e Millennials, differenti vissuti ed epoche che convivono nello stesso quadrato dell’ufficio. Naturalmente non è facile far dialogare e coordinare modi di vita e pensiero tanto diversi. Ma molte ricerche nel campo manageriale provano che in realtà questa mescolanza generazionale è una grande occasione di innovazione e progresso. Metodi e visioni hanno l’opportunità di confrontarsi e completarsi a vicenda, fondendosi e generando con tutta probabilità migliori performance. Bisogna fare di necessità virtù e i risultati potrebbero essere stupefacenti.

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