Alitalia: l’ex compagnia di bandiera alle battute finali. Sia preservato il lavoro

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14.12.2023

Sta per essere scritto il capitolo finale di una delle aziende italiane a partecipazione statale tra le più travagliate. Dopo tre anni, quando ancora non è stato del tutto definito il processo di acquisizione di Ita Airways da parte di Lufthansa, l’ormai ex compagnia di bandiera, Alitalia in amministrazione straordinaria, andrà definitivamente in liquidazione.

Una lettera inviata a Governo e sindacati il 2 dicembre ha annunciato l’avvio delle procedure dei licenziamenti collettivi di circa 3000 dipendenti, tra personale di volo e di terra, che ancora si trovano in cassa integrazione straordinaria a zero ore.

A pochi giorni dall’annuncio di Alitalia in amministrazione straordinaria l’azienda e i sindacati sono riusciti a trovare un accordo per tentare di salvaguardare questi dipendenti. L’accordo prevede il blocco dell’invio delle lettere di licenziamento e una procedura per favorire l’esodo volontario di quanti comunicheranno entro il 20 dicembre di voler essere collocati in Naspi, integrata dal Fondo straordinario del trasporto aereo all’80%. Una misura che aiuterà in particolar modo coloro che matureranno i requisiti pensionistici nei prossimi 2 anni. Ma tutto questo ovviamente non può bastare se il Governo non decide di prorogare almeno fino al 2025 la cassa integrazione straordinaria.

Il Decreto Asset già dalla scorsa estate aveva fissato per questi lavoratori il termine per fruire della cassa integrazione al 31 ottobre 2024, determinando inoltre una riduzione dell’indennità percepita pari al 60% dell’ultimo stipendio ed escludendo automaticamente chiunque maturi un qualsiasi requisito pensionistico obbligandolo di fatto ad andare in pensione anticipata.

Il problema della ricollocazione di questi lavoratori si fa dunque sempre più urgente. Parliamo di lavoratrici e lavoratori con molti anni di esperienza e altamente specializzati, che rappresentano un patrimonio prezioso per il settore del trasporto aereo del nostro Paese, un settore che sta vivendo uno sviluppo importante avendo raggiunto i livelli pre covid.

Già lo scorso anno la Uiltrasporti, insieme alle altre sigle sindacali, aveva chiesto e ottenuto nel decreto Milleproroghe l’inserimento della costituzione di un bacino dei lavoratori del trasporto aereo per permettergli di mantenere le abilitazioni necessarie e favorire la loro ricollocazione in altre aziende. Un progetto importante per non disperdere le numerose professionalità del settore che però è rimasto solo sulla carta.

Ora che le scadenze si fanno sempre più vicine è importante che tutti i lavoratori che non decideranno di andare via volontariamente vengano ricollocati nel più breve tempo possibile nelle tre aziende nate dallo spacchettamento di Alitalia o in altre aziende del settore, a seguito di una adeguata formazione che consenta anche il mantenimento delle certificazioni; l’alternativa non può che essere l’allungamento del periodo di cassa integrazione per tutto il 2025.

Ancora una volta a pagare per le scelte scellerate dell’azienda e dei governi che si sono succeduti in questi anni, sono le lavoratrici e i lavoratori, proprio quelle lavoratrici e quei lavoratori che da oltre 20 anni fanno fronte anche in prima persona alle difficoltà dovute alle crisi aziendali e ai cambi di proprietà che si sono susseguiti.

Il sindacato non può e non vuole continuare a tollerare una simile situazione che mortifica l’altissima professionalità di lavoratrici e lavoratori che hanno reso grande la nostra compagnia di bandiera nel mondo. Il Governo deve impegnarsi per trovare una soluzione. Se il capitolo finale della storia di questa azienda deve essere scritto, che a vincere alla fine sia almeno per una volta il lavoro.

Ufficio Comunicazione Uiltrasporti

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