ACCIAIERIE D’ITALIA (ILVA)

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30.09.2022

L’ex Ilva, dopo dieci anni, non vede ancora una soluzione definitiva a causa della mancanza di volontà dei vari Governi.

Anche l’affidamento alla multinazionale indiana, senza una vera volontà politica, si è dimostrato fallimentare. Dopo pochi mesi dal contratto, la multinazionale ha fatto ricorso ininterrottamente all’utilizzo della cassa integrazione senza una plausibile motivazione.

Il risultato è ormai sotto gli occhi di tutti: gli impianti di Taranto, Genova e Novi sono quasi in una situazione di non ritorno, la produzione è ai minimi storici, mancano le risorse finanziarie per la gestione ordinaria degli impianti, gli investimenti ambientali e tecnologici sono ridotti al lumicino e 3mila lavoratori sono in cassa integrazione dall’inizio di marzo.

A questi si aggiungono i 1.700 dell’amministrazione straordinaria in cassa integrazione da oltre 4 anni e l’indotto che è quello più colpito.

I Decreti Aiuti bis e ter hanno concesso 2 miliardi, uno per la produzione del preridotto e uno per l’aumento di capitale che vedrebbe Invitalia diventare socio di maggioranza. I tempi sono medio-lunghi, per questo la situazione rischia di precipitare da un momento all’altro.

Ufficio Stampa UILM

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